Coltura da seme, Italia seconda in Europa per ettari dedicati

Con poco più di 200mila ettari dedicati, l’Italia è il secondo Paese dell’Unione europea per produzione di sementi dietro la Francia (362mila ha) e davanti a Spagna (191mila) e Germania (185mila).

I dati sono quelli della campagna 2022 elaborati dall’Escaa (European Seed Certification Agencies Association). La Francia è leader per la produzione di sementi di grano tenero, mais, piante oleaginose, da fibra e legumi. La Spagna per l’orzo, l’Italia per il grano duro, la barbabietola da zucchero e le foraggere leguminose, la Danimarca per le foraggere graminacee, la Germania per le colture proteiche e l’Olanda per le patate.
 
Un settore, quello della moltiplicazione delle sementi, reso ancora più importante dalla Pac 2023-2027, che ha legato l’aiuto accoppiato all’utilizzo di sementi certificate per frumento duro, girasole, colza, riso, soia, barbabietola da zucchero e materiale di propagazione certificato per la il pomodoro da industria.
 
Difatti le statistiche del Crea sulla produzione di sementi delle specie agrarie soggette a certificazione ufficiale, dimostrano una lieve tendenza ad aumentare, i cereali in particolare. I valori del 2023 sono stati molto condizionati dalle avversità climatiche, soprattutto dalle alluvioni di maggio in Emilia-Romagna, Toscana e Marche e più in generale da una primavera con precipitazioni abbondanti. Emblematico il caso dell’erba medica: le superfici da seme dichiarate in primavera per la certificazione avevano raggiunto il valore record di 49.000 ettari, ma poi solo poco più di 31.000ha sono stati controllati e solo 26.000ha approvati.
Secondo il Consiglio per la ricerca in agricoltura i 70mila ettari circa destinati a grano duro da seme in Italia nel 2023 rappresentano il 5,5% della superficie totale destinata al frumento duro, i 25mila del tenero il 4,5% e i 200mila ettari totali il 4% dei terreni coltivati a colture cerealicole, oleaginose e foraggere temporanee.

Anche se per essere coltivate richiedono una cura particolare e un’elevata professionalità, le colture sementiere sono apprezzate dagli imprenditori agricoli perché di solito sono gestite tramite contratti di coltivazione, nei quali sono specificati prezzo o formula di liquidazione, così come i relativi tempi: c’è quindi una sorta di garanzia da parte del committente. Gli accordi possono anche prevedere premi di moltiplicazione.
 
Per quanto riguarda la moltiplicazione delle sementi per le colture orticole, le piante aromatiche e da fiore, l’indagine condotta da Assosementi relativa al 2022 parla di 38.816 ettari dedicati, in aumento del 6% rispetto al 2021. Una crescita dovuta in gran parte al coriandolo, che con i suoi 21mila ettari pone l’Italia al primo posto in Europa davanti alla Francia. In crescita anche le altre aromatiche, passate da 1.733 a 2.181 ettari. Leggero calo di superfici per le orticole, scese a 15.314 ettari, contro i 15.727 della campagna precedente.

 

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