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2020: anno di grandi emozioni o di grandi apprensioni?

Tensioni commerciali e geopolitiche, elezioni USA, Brexit: l’anno nuovo conferma e rafforza le incognite del 2019. Una consulenza finanziaria professionale sarà essenziale per monitorare i temi chiave per gli investimenti
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Cosa succederà all’economia globale nel 2020? Potrà beneficiare di politiche più accomodanti delle banche centrali, stabilizzandosi su un livello più basso di crescita ma mantenendo un potenziale di riacellerazione, o andrà incontro ad una recessione a causa delle tensioni commerciali?

E a proposito di banche centrali: riusciremo a vedere quel mix di politiche monetarie e fiscali accomodanti tanto auspicato dalla Banca Centrale Europea? E quanto è probabile una nuova escalation della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, ora che la fase uno dei negoziati si è finalmente conclusa? 

Questi e altri gli interrogativi che ci accompagnano in apertura d’anno. Per trovare buona parte delle risposte, cerchiamo di mettere a fuoco i grandi temi da monitorare nell’anno che si è appena aperto.


Rischio doping monetario e fiscale?

Cominciamo col dire che la combinazione delle politiche monetarie e fiscali accomodanti potrebbe giocare a favore di uno scenario di crescita moderata e bassa inflazione rinforzando la domanda interna ed estendendo ulteriormente l’attuale ciclo economico. Ma attenzione: politiche più accomodanti potrebbero prolungare anche il ciclo del credito, il quale a sua volta potrebbe accelerare ulteriormente fino a una vera e propria bolla, che comunque difficilmente si presenterà nel 2020.


Agenda fitta in Europa e negli States

Sul Vecchio Continente si comincia presto, il 31 gennaio. La schiacciante vittoria di Boris Johnson alle elezioni del 12 dicembre ha dato avvio alla stesura dell’ultimo capitolo della saga di Brexit, iniziata con il referendum del 23 giugno 2016. Sarà la volta buona? Di certo è venuto meno il rischio sistemico di compiere un salto nel buio. 

In Italia, con il cambio di coalizione avvenuto durante l’estate, è mutato completamente l’approccio in termini di politica economica, con un orientamento più europeista rispetto al passato. Ciò non toglie però che l’Italia rimanga a medio termine un Paese fragile dal punto di vista macro-finanziario, alla luce del debito pubblico elevato e della crescita potenziale molto bassa.

Per gli Stati Uniti il 2020 sarà un anno di incertezza, che già si è aperto con un innalzamento dei toni dello scontro con l’Iran. Dossier, questo, che si affianca a quello siriano e a quello libico, con inevitabili ripercussioni geopolitiche ma anche economiche. 

Intanto la campagna elettorale per le presidenziali di novembre è già ampiamente iniziata in un clima di grande tensione dovuto alla procedura di impeachment a carico del presidente Trump avviata dai Democratici alla Camera. Anche se è assai improbabile che tale procedura abbia successo (ci si aspetta che la maggioranza repubblicana al Senato bocci la richiesta), l’iniziativa dei Democratici sta creando molto rumore e potrebbero esserci alcune sorprese.

Il “super Tuesday”, che cade il 3 marzo 2020 ed è la data chiave per le primarie, promette di risolversi in una battaglia in campo democratico su alcune questioni fondamentali: smantellamento delle grandi società tecnologiche, politica energetica, regolamentazione e, appunto, politica estera. Gli investitori che ora sembrano convinti della facile riconferma di Trump potrebbero dover riconsiderare la loro posizione. E questo elemento potrebbe essere fonte di volatilità sui mercati.


Dazi, chi avrà la meglio?

Quale sarà l’esito del braccio di ferro commerciale? Per tutto il 2019 si sono susseguiti tra le varie parti segnali contraddittori, che hanno alimentato alternativamente ansie e speranze. Tuttavia, con la chiusura della fase uno dei negoziati tra Washington e Pechino, almeno su questo fronte si può ragionevolmente escludere un’escalation. 

In Cina la sfida per le autorità resterà il ritorno a un tasso di crescita soddisfacente, possibilmente al di sopra del +5,8% che nel World Economic Outlook di ottobre il Fondo Monetario Internazionale ha messo in conto per il 2020. Come? Verosimilmente, attraverso una transizione economica per aprirsi ancora di più al mondo e al contempo ridurre il peso del debito.


I TEMI CHIAVE PER IL 2020

 

AZIONI

L’assenza nei mercati di una direzione chiara e la debolezza nella crescita degli utili dovrebbero spingere gli investitori a ricercare opportunità tra le azioni ad alto rendimento e nelle aree trascurate negli ultimi anni, come il “Value”.
OBBLIGAZIONI Ottimizzazione della ricerca di rendimento, con sempre maggiore attenzione sulla selezione e adozione di strategie flessibili. La ricerca di rendimento rimarrà un tema fondamentale nell'era dei tassi di interesse ai minimi storici. L’elevata concentrazione di investitori in alcuni segmenti del mercato ed il rischio di liquidità persistono e richiedono una ricerca approfondita delle opportunità offerte dal mondo del credito (sia nei Paesi sviluppati che in quelli emergenti). In un contesto di politiche monetarie e fiscali accomodanti, i bond dei Paesi emergenti rappresentano un’interessante alternativa, con preferenza per quelli denominati in dollari o euro. Per quanto riguarda la componente “core” del mercato obbligazionario (quella più liquida e di qualità) è opportuno adottare un approccio flessibile e diversificato. Le obbligazioni USA di alta qualità si distinguono per la loro liquidità e per il premio di rendimento rispetto ai titoli tedeschi, e quindi rappresentano un’interessante opportunità di diversificazione.
MERCATI
EMERGENTI
Nuove opportunità nei Mercati Emergenti, a causa di un mondo più frammentato e del rallentamento nel commercio globale. Tra i nuovi temi, da privilegiare i Paesi con forte domanda interna e meno esposti alle vulnerabilità esterne, oppure la Nuova Via della Seta, con il rafforzamento del ruolo della Cina nello scacchiere geopolitico mondiale
VALUTE Un modesto deprezzamento del dollaro rappresenta lo scenario più probabile, dato il più elevato livello dei rendimenti USA e soprattutto se le tensioni commerciali si attenuassero. Ciò sarebbe sufficiente per ripristinare in parte la fiducia in alcune valute emergenti, sulle quali al momento c’è un pessimismo esagerato.

 

Sia come sia, nel 2020 appare chiaro che gli investitori dovranno costruire portafogli a prova di volatilità, perché con l’aggiustamento delle aspettative ai possibili scenari futuri il mercato potrebbe registrare nuovi picchi.

Ok, ma come costruire i portafogli ed effettuare il monitoraggio, non sempre due operazioni alla portata del piccolo investitore? Il metodo più efficace resta quello di affidarsi a un bravo consulente.


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