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Attualità

Cambiano le regole sugli investimenti sostenibili

Il settore degli investimenti ESG è in fermento: il 10 marzo è entrato in vigore il regolamento SFDR di primo livello. Ecco cosa prevede.
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Il mondo degli investimenti sostenibili sta cambiando, in meglio. Da qui al prossimo anno è prevista l’entrata in vigore di una serie di nuove normative volte a dare regole più chiare, condivise e confrontabili a un settore che, nel corso del 2020, ha registrato un deciso balzo in avanti.

Un recente report di PwC paragona l’impatto dei fattori ESG a quello provocato circa due decenni fa dalla nascita degli ETF, con la conseguente definizione degli investimenti passivi. Secondo la società di consulenza, il confine tra investimenti sostenibili e tradizionali è destinato a crollare entro il 2022 e nel giro di cinque anni i fondi sostenibili potrebbero arrivare a rappresentare il 57% del totale degli attivi dei fondi comuni di investimento in Europa.

Ecco perché Bruxelles si è mossa per tempo, cercando da un lato di incentivare e dall’altro di regolamentare l’applicazione di criteri di sostenibilità. Uno dei pilastri di questo lavoro è il regolamento SFDR.


Prima data importante: 10 marzo 2021

La prima data importante è quella del 10 marzo 2021, giorno dell’entrata in vigore della “prima parte” del regolamento SFDR, acronimo di Sustainable Finance Disclosure Regulation. Si tratta di un corpo normativo destinato a banche, assicurazioni, SGR e consulenti, pensato per aumentare la trasparenza dell’informativa riguardante la sostenibilità dei prodotti finanziari.

Come accennato, si tratta solo di un primo passo, perché per la normativa di secondo livello – i cosiddetti standard tecnici regolamentari (RTS), che offriranno una chiave di lettura all’intero regolamento – c’è ancora tempo.
Concentriamoci allora su quello che abbiamo oggi: per usare le parole di Manuela Mazzoleni, direttrice Sostenibilità di Assogestioni, se l’intero corpo regolamentare del regolamento SFDR consentirà un “empowerment dell’investitore finale”, quello del 10 marzo rappresenta un primo passo significativo, poiché “la normativa darà accesso a una serie di informazioni più fruibili e più facilmente confrontabili circa la sostenibilità dei diversi prodotti d’investimento”.


Ma cosa dice il regolamento SFDR?

Il nuovo regolamento stabilisce norme armonizzate sulla trasparenza per i partecipanti ai mercati finanziari per quanto riguarda i rischi a livello di fattori ESG (ambientale, sociale e di governance). Avrà un impatto significativo sulla comunicazione agli investitori, perché prevede requisiti che interessano i documenti di offerta, la comunicazione commerciale, le relazioni periodiche e i siti web di tutti i soggetti obbligati alla disclosure di sostenibilità.

Ad esempio, il regolamento precisa che gli operatori sono tenuti a pubblicare informazioni su come intendono integrare i rischi di sostenibilità nelle loro politiche di rischio e nei processi di investimento (art. 3) e dispone l’integrazione delle tematiche di rischio nella documentazione contrattuale relativa ai prodotti (art.6).
Ma per gli investitori gli articoli più interessanti del regolamento SFDR sono forse i numeri 8 e 9: essi definiscono le due tipologie di prodotti finanziari che possono qualificarsi come ESG o sostenibili1. In particolare, i prodotti che rientrano nell’articolo 8 sono quelli che promuovono, tra le altre caratteristiche, quelle ambientali o sociali, o una loro combinazione, a condizione che le imprese in cui gli investimenti sono effettuati rispettino prassi di buona governance.

I prodotti definiti dall’articolo 9, invece, sono quelli che hanno come obiettivo gli investimenti sostenibili – possono avere un indice di riferimento (o benchmark) o fornire una spiegazione del modo in cui si è raggiunto l’obbiettivo di investimento.

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1 Anche altri prodotti potrebbero tenere conto di alcune caratteristiche di sostenibilità, come criteri di esclusione o l’analisi dei rischi di sostenibilità, pur non rientrando nelle casistiche definite dagli articoli 8 e 9.


Cosa sappiamo degli standard tecnici?

In attesa dell’approvazione da parte della Commissione UE e dell’entrata in vigore della normativa di secondo livello, sappiamo che gli RTS contengono indicazioni di dettaglio per dare forma concreta alla cornice tratteggiata dalla prima parte del regolamento SFDR. Nello specifico, dovranno chiarire come le attività e i prodotti di SGR, banche, assicurazioni e via dicendo possono impattare in modo negativo sui fattori di sostenibilità. Quanto ai prodotti che promuovono caratteristiche di sostenibilità o hanno come obiettivo investimenti sostenibili, spiegheranno quali informazioni devono essere pubblicate per chiarire come queste caratteristiche o questi obiettivi siano rispettati. Gli RTS preciseranno infine come chiarire che gli investimenti sostenibili non ostacolano il raggiungimento degli obiettivi ambientali e climatici.

La Commissione europea ha comunque sottolineato che l’applicazione del regolamento non è subordinata all’adozione formale e all’entrata in vigore degli RTS che, seppure sotto forma di bozza, possono comunque costituire un'utile guida all’interpretazione della normativa.

Come detto, questa primavera il regolamento muove solo le prime mosse, ma si tratta comunque di un passo significativo sul sentiero che punta a orientare gli investimenti verso un’economia sempre più eticamente disciplinata. Il nuovo regolamento SFDR costituisce tra l’altro una tappa importante nel Piano d’azione per la finanza sostenibile della Commissione Europea, in linea con l’attuazione dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Per l’investitore sono buone notizie: il mondo degli investimenti ESG ha bisogno di regole armonizzate e uguali per tutti, in modo da permettere a chi investe di farsi un’idea più chiara delle opzioni disponibili e, in definitiva, di compiere scelte più consapevoli.


È già possibile informarsi sulla sostenibilità dei prodotti

Non che ora sia impossibile farlo. Per i prodotti attualmente proposti come “sostenibili e responsabili”, l’attuale normativa comunitaria prevede già che i produttori descrivano nelle documentazioni di riferimento il modo in cui gli strumenti di investimento raggiungono i livelli di sostenibilità prefissati.

E il regolamento vigente in Italia già richiede, per i prodotti descritti come “etici o socialmente responsabili”, l’adempimento di una serie di obblighi di trasparenza relativi a obiettivi di investimento, caratteristiche degli strumenti, policy di engagement e aderenza a codici internazionali di condotta.

Insomma, è già possibile fare una prima verifica sui prodotti che ci si trova di fronte.
Sempre, questo è il nostro consiglio, facendosi aiutare da un consulente.