Diversificazione, il 2021 moltiplica le opportunità
Ci siamo appena lasciati alle spalle un 2020 incredibile, nel quale i mercati finanziari hanno sorpreso con un andamento molto positivo, scollandosi notevolmente dall’economia globale, che invece ha risentito degli effetti negativi della pandemia di Covid-19. Basti pensare che l’indice globale MSCI ha registrato un +14% rispetto all’inizio del 2020 e un +70% circa dai minimi di marzo, quando è scoppiata la pandemia. A mettersi in luce sono state in particolare l’Asia e gli Stati Uniti: a Wall Street, il Nasdaq ha registrato un +43,7% grazie all’anno d’oro di Tesla e del tech in generale.
Di tutt’altro tenore i numeri dell’economia: al primo impatto della pandemia ha fatto seguito una ripresa “a macchia di leopardo”, cioè non uniforme, condizionata dagli alti e bassi dell’andamento dei contagi. A che punto è oggi l’emergenza? E le sue pesanti ripercussioni sono state archiviate insieme al 2020?
Gli effetti della pandemia si vedranno anche in futuro
Non dobbiamo abbatterci, ma nemmeno illuderci: gli effetti sull’economia globale si vedranno molto probabilmente ben oltre il 2021. La pandemia ci lascerà in eredità, fra le altre cose, cali della produzione, diminuzione dei redditi personali, aumento delle disuguaglianze e stravolgimenti di alcuni settori. E il percorso per tornare alla situazione pre-Covid sarà lungo e impegnativo, con le vaccinazioni da poco avviate che rappresentano solo il punto di partenza.
La somministrazione dei vaccini richiederà qualche mese: nel frattempo, potranno ancora verificarsi impennate dei contagi, con relative misure di contenimento e conseguente impatto sull’attività economica. Continueranno quindi ad aumentare le richieste di ulteriori misure di sostegno monetario e fiscale. L’umore dei mercati finanziari ne beneficerà, in linea con l’adagio che ha accompagnato gli investitori nel 2020, secondo il quale “le notizie che fanno male all’economia fanno bene ai mercati”.
I grandi temi globali nell’anno appena iniziato
Cosa aspettarsi dal 2021? Innanzitutto, che i tempi e la diffusione della pandemia, con i focolai e i lockdown mirati, continueranno a definire le traiettorie dell’economia e acuiranno ancora di più le divergenze. L’Asia è stato il primo continente colpito dalla pandemia e il primo a uscirne, con politiche di incentivazione e misure di contenimento efficaci: è probabile, quindi, che saranno proprio i Paesi asiatici a dominare la scena economica e finanziaria. Le aspettative di inflazione, dunque, saliranno probabilmente più nei mercati emergenti che in quelli sviluppati. E le valute dei mercati emergenti dovrebbero rafforzarsi sul dollaro statunitense.
In un quadro come questo, c’è da attendersi che le banche centrali continueranno a perfezionare la loro politica accomodante, istituendo modalità di erogazione del credito rivolte a un’ampia rosa di clienti e supportando al contempo il sentiment. Questo sforzo globale pluriennale si tradurrà però in un aumento dell’indebitamento: la composizione del debito, la sua entità e le modalità di rimborso daranno con tutta probabilità origine a uno spinoso dibattito sulla tassazione per evitare, fra le altre cose, il default. Il debito, quindi, è un altro tema di cui bisognerà tenere conto nel 2021.
Si profilano maggiori opportunità di diversificazione
Allargando lo sguardo, cogliamo un contesto globale nel quale la crescita sfrenata del commercio tenderà a diventare un ricordo del passato, mentre un ruolo più decisivo lo ricoprirà la domanda interna. Il commercio mondiale rimarrà debole e irregolare, e le regioni e i Paesi che dipendono in misura maggiore da settori pesantemente colpiti – come il turismo, l’intrattenimento, i viaggi – saranno particolarmente vulnerabili.
Rispetto al passato, Paesi e aree geografiche saranno meno legati all’evoluzione dei dati negli altri Paesi e aree: si profila insomma un contesto di crescenti frammentazioni e divergenze a livello geografico e settoriale, nel quale ci saranno – per chi investe – più opportunità di diversificazione. Cosa significa nel concreto?
Azioni
Le azioni probabilmente presenteranno un miglior profilo rischio/rendimento rispetto alle obbligazioni high yield in una fase di ripresa moderata e di accelerazione degli utili nel 2021. Gli investitori dovrebbero incrementare l'esposizione all’azionario con una preferenza per temi ciclici, titoli value di qualità e temi ESG post Covid-19.
Fixed income
Per quanto riguarda il reddito fisso, visto che l’ammontare del debito con rendimenti negativi è prossimo ai massimi storici e che i tassi di interesse dovrebbero rimanere bassi sul breve termine, consigliamo di focalizzarsi su obbligazioni dei mercati emergenti, debito privato, prestiti, attivi reali (infrastrutture, immobiliare) e azioni high-income. Continueranno a esserci delle opportunità sui mercati del credito, ma il grande tema per il 2021 sarà ciò che definiamo “la grande discriminazione”: ciò che è valido e costoso diventerà ancora più costoso. Alcune aree del mercato probabilmente si deterioreranno ancora di più perché l’abbondante liquidità iniettata dalle banche centrali sta mascherando l’indebolimento dei fondamentali. Per questi motivi, nel 2021 la selezione avrà un ruolo cruciale. A nostro avviso, inoltre, gli investitori dovrebbero considerare di allocare in via cautelativa una parte del loro portafoglio in titoli di Stato core, a prescindere dalla loro valutazione, così da affrontare eventuali fasi in cui scarseggia la liquidità.
Bene Asia e America Latina
A livello geografico, vista la persistente incertezza riguardo all’andamento del ciclo del virus, le economie asiatiche e quella cinese stanno dimostrando di essere le più resilienti perché sono riuscite a gestire efficacemente i focolai. Anche l’outlook dei Paesi emergenti dell’America Latina dovrebbe migliorare nel corso del 2021 perché il peggio dell’epidemia sembra ormai passato.
Diversificare resta una regola d’oro
In un mondo dove c’è una forte correlazione tra gli attivi rischiosi, può risultare utile aggiungere fonti di rendimento non correlate così da bilanciare l'allocazione. Absolute return, volatilità, strategie di copertura e oro possono contribuire a migliorare la diversificazione complessiva del portafoglio, così come gli attivi reali, i mercati privati e i titoli insurance-linked. Nel medio termine, il principale rischio per gli investitori sarà costituito dal disancoraggio dei tassi reali e delle aspettative d’inflazione per via dei massicci stimoli fiscali, della monetizzazione del deficit pubblico, del riequilibrio delle misure di supporto sociale e politico a favore dei lavoratori e il ridimensionamento del ruolo del commercio mondiale. I mercati non stanno ancora scontando questo rischio, ma gli investitori dovrebbero iniziare a prendere in considerazione delle strategie che tengano conto di un possibile ritorno dell’inflazione.
In ogni caso, meglio evitare il fai-da-te
Cavarsela da soli non è facile né tantomeno consigliabile, e per chi vuole investire i propri risparmi il modo migliore per trovare la via d’uscita in questo complicato labirinto di fatti ed eventi è farsi assistere da un consulente finanziario esperto e preparato.