La disruption è la vera forza che muove il mondo
Disruption. Una parola inglese che è diventata come il prezzemolo: sta bene su tutto. Spesso, però, se si chiede cos’è, le risposte sono alquanto complesse. Comprensibilmente, in realtà: la disruption è una faccenda alquanto complessa. Per spiegarla, partiamo dalla traduzione: letteralmente, disruption vuol dire “rottura”, “spaccatura”, ma anche “dirompenza”. E cos’è dirompente? Lo vediamo subito.
Antica come il mondo, ma mai così veloce
È dirompente quella scoperta o conquista talmente tanto rivoluzionaria da sconvolgere le regole del gioco e costringerci a riscriverle. E non è mica una novità di oggi. L’aver imparato a controllare il processo di combustione consentì all’Homo Erectus, durante il Paleolitico inferiore, di nutrirsi meglio, difendersi dai predatori e spostarsi anche di notte. Nel 1455 la Bibbia stampata a caratteri mobili segnò l’avvento di una tecnica di riproduzione dei testi che ne cambiò radicalmente la diffusione e il consumo. Nel 1784 la nascita della macchina a vapore permise di meccanizzare la produzione. Nell’ultimo quarto del 1800 l’elettricità e il motore a scoppio segnarono il nostro ingresso nell’era moderna. E vogliamo parlare dell’inizio dell’era informatica, nel 1970?
Tutto questo per dire che la disruption c’è da sempre e non è, come si potrebbe credere, un’esclusiva della nostra epoca sempre più automatizzata e digitalizzata. Vero è che oggi la frequenza di questi eventi sta registrando un’accelerazione pazzesca grazie soprattutto alla combinazione di quattro “megatendenze” – in economia e finanza le sentite spesso chiamare “megatrend” – che di sicuro influenzeranno la nostra storia nei prossimi anni e decenni (per non dire secoli): innovazione tecnologica, globalizzazione e industria 4.0, mutamenti demografici e cambiamenti climatici e ambientali.
Un poker su cui si gioca il nostro futuro
In realtà, i quattro megatrend sono strettamente e intimamente legati tra di loro: non si può parlare di progressi della medicina o di migliore gestione delle risorse naturali senza citare la tecnologia. Una rapida carrellata ci dimostra quanto questo sia vero.
- Innovazione tecnologica, la chiave di tutto
La “quarta rivoluzione industriale” è già oggi il fattore trainante dello sviluppo evolutivo di vari settori. L’innovazione tecnologica, infatti, non significa solo computer e smartphone più potenti e performanti: oltre alla maggiore potenza di calcolo e connettività, infatti, c’è tutto il flusso di dati l’“internet degli oggetti” (avete presente la lavatrice che si avvia con la sola imposizione delle app del vostro smartphone?), la nuvola informatica (cloud computing) per immagazzinare questi dati, gli strumenti per analizzarli e l’apprendimento automatico per far sì che la macchina, appunto, possa imparare ad eseguire compiti specifici senza essere programmata per farlo, E molto altro ancora.
- Industria 4.0 in un contesto globale
La produzione industriale sarà sempre più automatizzata e interconnessa, in un contesto che ormai non può più esimersi dall’essere globale. Manifattura additiva, stampa 3D, robotica, comunicazioni, interazioni tra le macchine e tra macchina e uomo, stoccaggio e uso dell’energia in modo mirato, razionalizzazione dei costi e ottimizzazione delle prestazioni: tantissimi i fronti di sviluppo, e siamo soltanto all’inizio.
- Una popolazione in vertiginoso aumento
Qualche dato per capire dove ci stiamo dirigendo: la popolazione mondiale dovrebbe arrivare a 9,5 miliardi di individui entro il 2050 (oggi siamo a circa 7 miliardi e mezzo), ma con una diversa distribuzione per fasce d’età: la quota di over 60, secondo le stime, passerà dal 10% al 21% del totale. Insomma, non cresciamo solo di numero ma anche per età media. Una doppia sfida che sta spingendo la ricerca a migliorare qualità ed efficacia delle cure sanitarie. Quindi, avanti tutta su biotecnologie e affini.
- Cibo, acqua ed energia al test della sostenibilità
Questa popolazione in aumento andrà non solo curata, ma anche nutrita e rifornita di energia e acqua potabile. Garantire cibo a tutti è una sfida non di poco conto, ma una sfida ancora più grande sarà farlo gestendo in modo sempre più efficiente – e con il minore impatto possibile su clima e ambiente – le risorse e gli strumenti necessari a procurarcelo. Discorso analogo per l’acqua potabile, vitale per la nostra sopravvivenza. Infine, l’energia: dovremo per forza sostituire petrolio e carbone, destinati a esaurirsi, con le rinnovabili.
Ma come si stanno attrezzando gli operatori dei mercati finanziari per trarre vantaggio dai profondi cambiamenti del mondo in cui viviamo? Negli ultimi anni si è diffusa la creazione di prodotti finanziari che investono proprio in temi di investimento collegati a questi processi di trasformazione. La selezione di questi prodotti oltre a generare una diversificazione complessiva del portafoglio permette di intercettare potenziali fonti di rendimento e di crescita di valore nel lungo termine.
Non vi è garanzia che i paesi, i mercati o i settori citati manifestino i rendimenti attesi