Quante cose si possono fare con una spinta gentile
In tempi non così lontani, gli economisti vedevano nell’essere umano una creatura perfettamente razionale. E parlavano di homo oeconomicus. Poi qualcuno ha cominciato a far pacatamente notare come le nostre scelte siano in realtà molto influenzate da fattori e condizionamenti sociali, quindi esterni, e psicologici ed emotivi, dunque interni, oltre che dalla struttura stessa del nostro pensiero, per molti versi ancora primitivo. Un punto di partenza di cui tener conto non solo per capire perché certe volte agiamo in maniera illogica, ma anche per comprendere con quali strategie e incentivi intervenire per correggere comportamenti e atteggiamenti talvolta potenzialmente nocivi.
Ed è qui che scatta il pungolo
“Nudge, una spinta gentile” è il titolo di un libro scritto da Richard Thaler e Cass Sunstein uscito in Italia nel 2009. To nudge, in inglese, significa “spingere”. Per chiarire meglio il concetto, sulla copertina del libro di Thaler e Sunstein è riprodotta l’immagine di una mamma elefante che dà un colpetto al suo cucciolo, verosimilmente per incoraggiarlo a superare una paura o un ostacolo. Portando tutto sul piano umano, il nudge, la spinta gentile, può sollecitare in modo soffuso e senza imposizioni un comportamento diverso e più sano, per sé e per la comunità. Qualche esempio? Una delle piaghe che affliggono i giovani nei Paesi sviluppati è l’obesità. In alcune mense scolastiche statunitensi, quindi, si è pensato di combattere questa malattia intervenendo sull’esposizione dei cibi a seconda della loro qualità: i più sani e proteici ad altezza occhio e a portata di mano, i famigerati “junk food” più indietro e decisamente meno a portata di vassoio.
Manipolazione? Sì, ma a fin di bene
Una manipolazione “buona”, che fa leva sul nostro lato meno razionale per il nostro bene. Nulla a che vedere con le tecniche che sfruttano i nostri bias contro di noi, o comunque per il vantaggio di qualcun altro (l’azienda che ci deve vendere cibo spazzatura, eccetera). Qualche altro esempio di nudging a fin di bene? I contrassegni nei supermercati che ci sollecitano a comprare cibi più sani, le frecce che ci segnalano i cestini della spazzatura, la compagnia telefonica che offre la connessione wi-fi gratis in spiaggia ai bagnanti, a patto però che raccolgano i rifiuti. Tutto all’insegna di quello che Thaler e Sunstein chiamano “paternalismo libertario”, via di mezzo tra un paternalismo che punta tutto sulle norme e i divieti e un libertarismo che scommette esclusivamente sulla completa libertà di scelta degli individui. Insomma, lo ribadiamo: a fronte del libero arbitrio di ognuno, il nudging fa sì che ciascuno di noi venga pungolato a prendere la decisione più corretta per il suo benessere.
Il pungolo in ambito finanziario
Anche dal fronte delle scelte economiche e finanziarie emerge un esempio che può aiutarci a capire l’importanza del pungolo. Negli Stati Uniti la pensione pubblica è molto magra ed è quindi decisivo il ruolo della previdenza individuale, sotto forma in primis di piani pensionistici offerti dalle aziende. La sottoscrizione un tempo richiedeva l’assenso esplicito del lavoratore, assenso che spesso e volentieri non arrivava per pigrizia o disinteresse. È stato quindi introdotto il metodo dell’“opt-out”, in base al quale la sottoscrizione del piano scatta in automatico, fatta salva la possibilità per il lavoratore di esprimere il suo dissenso. Un limite – “ci penso domani” – è stato non censurato ma utilizzato a vantaggio della persona, per il maggior benessere del suo futuro.
Quale lezione ci dà la spinta gentile?
Pensione sì, ma non solo. Fra le scelte che compiamo ogni giorno, anche qui in Italia ci sono quelle che attengono alla gestione dei nostri risparmi. L’istinto “animale” ci spinge a tenere tutte le noci nell’albero, senza spostarle mai, se non in caso di assoluta emergenza. E così, i soldi che mettiamo da parte trascorrono anni sotto forma di liquidità, a farsi erodere dall’inflazione. Ennesimo esempio in cui scelte che possono sembrare assolutamente razionali poi, nella realtà, lo sono molto poco o per nulla. Come può un risparmiatore aggirare questo ostacolo? In due modi: innanzitutto, prendendo atto dell’irrazionalità sempre in agguato; e poi facendosi seguire da un consulente finanziario di fiducia, che anche grazie alle tecniche del nudging può aiutarlo a scegliere per il meglio.