Carbon farming: azioni necessarie e la difficile partita degli incentivi | Crédit AgricoleCarbon farming: azioni necessarie e la difficile partita degli incentivi | Crédit AgricoleCarbon farming: azioni necessarie e la difficile partita degli incentivi | Crédit Agricole
Novità di Mercato

Carbon farming: azioni necessarie e la difficile partita degli incentivi

Lavorazione del terreno, avvicendamenti colturali complessi, uso di crover crop, interramento dei residui di coltivazione, fertilizzazione organica, agroforestazione. Sono alcune delle buone pratiche agricole in grado di contribuire al sequestro di carbonio nei terreni.
tendenze

Azioni non più rinviabili sia per ridurre i quantitativi di anidride carbonica (CO2) presenti nell’atmosfera, sia per aumentare la quantità di sostanza organica presente nei terreni italiani ed europei, sempre più scarsa a causa dello sfruttamento intensivo fatto negli ultimi decenni dall’agricoltura. L’iniziativa internazionale “4 per 1000” sostiene, su base scientifica, che incrementando del 4 per mille ogni anno il carbonio organico dei primi 30-40 cm di suolo, si compenserebbero tutte le emissioni di CO2 del pianeta.

L’Unione europea ha prodotto negli scorsi mesi una bozza di Regolamento che permette di quantificare economicamente gli sforzi fatti dagli imprenditori agricoli per l’immagazzinamento della CO2 in modo da incentivare queste pratiche con i cosiddetti “crediti di carbonio”, ma la proposta si è poi arenata per difficoltà di misurazione del credito. Oggi sono quotati sul mercato obbligatorio solo i crediti provenienti da attività forestale, mentre quelli prodotti dall’agricoltura possono essere venduti solo sul mercato volontario e il loro prezzo è diminuito molto negli ultimi due anni, soprattutto dopo lo scoppio della guerra in Ucraina (per approfondimenti > https://carboncredits.com/carbon-prices-today/). L’Italia ha previsto di realizzare il Registro pubblico dei crediti di carbonio generati su base volontaria dal settore agroforestale nazionale presso il Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria.

La carbon farming potrebbe essere comunque centrale per la riduzione del 55% (rispetto al 1990) delle emissioni di anidride carbonica entro il 2035 e per la neutralità climatica entro il 2050 e potrebbe rappresentare una nuova fonte di reddito per il settore primario che porterà anche evidenti vantaggi agronomici contribuendo a rendere i terreni più fertili e produttivi.  


SCOPRI LA NOSTRA OFFERTA AGRIBUSINESS