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Cultura finanziaria

Effetto gregge: cos’è e come evitarlo

Molti risparmiatori si sentono più sicuri investendo come i loro amici, parenti e conoscenti
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Seguiamo la folla perché temiamo di commettere errori o perdere opportunità. È questo il motivo per cui non solo nelle scelte di tutti i giorni, ma anche negli investimenti spesso ci sentiamo più sicuri a imitare l’esempio degli altri. Ma è veramente la decisione giusta da prendere? Non sempre, anzi. Perché investire non è come scegliere la vacanza, il ristorante o l’hotel consultando le recensioni dei clienti. Quando si tratta di risparmi, mettersi in coda al gregge può essere molto pericoloso e spesso, in passato, ha contribuito alla formazione delle bolle speculative


La scarsa educazione finanziaria degli italiani

È il primo grande problema che porta i risparmiatori italiani a fidarsi delle scelte e delle opinioni altrui.. Secondo l’edizione 2018 del rapporto CONSOB sulle scelte finanziarie delle famiglie italiane, , solo il 30% degli italiani ottiene un punteggio adeguato per il comportamento finanziario (la media OCSE è del 50%) e solo il 30% di essi ha un livello adeguato di conoscenze di base (media OCSE: 62%). Inoltre,: solo cinque intervistati su dieci dedicano al massimo un’ora alla settimana a informarsi per gestire meglio i risparmi. Il 28,3% dichiara di non dedicarvi tempo in assoluto e solo il 3,1% si informa sulla finanza personale per più di un’ora alla settimana.


Gli italiani preferiscono i consigli informali

Date le scarse conoscenze in materia finanziaria, gli italiani, secondo la CONSOB, prediligono farsi consigliare da familiari e amici. Più della metà degli investitori decide insieme a parenti, amici e colleghi, ricorrendo alla cosiddetta “consulenza informale”, mentre solamente un quarto sceglie dopo aver consultato un consulente finanziario. Ma, sempre secondo la CONSOB, la scelta di investire dopo aver ricevuto una consulenza professionale è positivamente correlata alle conoscenze finanziarie: in sostanza, chi ne sa di più sceglie comunque di affidarsi a un professionista, mentre chi è meno attrezzato sceglie il consiglio degli amici. Un caso?


Vittime del cosiddetto “framing effect”?

Ma affidarsi alla consulenza informale in materia di investimenti non è la scelta migliore da fare, anche considerando che gli italiani tendono a peccare di eccessiva autostima: oltre l’80% dei nostri concittadini ritiene di avere capacità superiori alla media, ma in realtà solo il 37% di essi conosce i concetti base del mondo della finanza. Non finisce qui. “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio” recita un antico proverbio. Potremmo poi essere influenzati dal cosiddetto “framing effect”, ossia dal modo in cui l’informazione viene rappresentata e dalla persona che ce la rappresenta. Questo può distorcere la nostra percezione delle cose, che viene così condizionata da stereotipi e situazioni familiari. L’influenza più pericolosa? L’illusione delle vincite altrui: se è andata bene agli altri, andrà bene anche a noi. O no? No: mai e poi mai potremo avere garanzia di ciò.


Cosa fare, quindi?

Oltre a non lasciarsi guidare solo dai rendimenti passati, nel valutare un prodotto finanziario è bene non affidarsi ai consigli di amici e parenti, poiché la percezione altrui del rischio finanziario potrebbe non coincidere con la nostra. Per questo e per tutti gli altri motivi cui abbiamo fatto cenno, è sempre consigliabile rivolgersi ai professionisti del settore, le cui conoscenze sono approfondite e certificate e le cui valutazioni sono fatte con oggettività e lucidità, senza cedere all’abbaglio del momento o dell’emozione. È come andare dal dottore e non da un amico per farsi curare. In tutta onestà, voi da chi andreste?