Investimenti post covid, siamo all’inizio di una nuova era
Prima la pandemia da coronavirus, poi le misure di lockdown che hanno tenuto sotto scacco per due mesi quasi tre miliardi di persone nel mondo e, per finire, una crisi economica senza precedenti. Gli ingredienti di una “tempesta perfetta” destinata a creare una cesura netta con il passato ci sono tutti. Ma ci troviamo davvero a un punto di svolta? E quali potrebbero essere le implicazioni a lungo termine per gli investitori?
L’attuale crisi potrebbe effettivamente essere la causa di un cambio di regime, che però invece di farci andare “avanti” sembra voglia riportarci “indietro” - almeno per quanto riguarda il panorama degli investimenti: il “nuovo equilibrio” infatti, potrebbe avere delle caratteristiche simili a quelle osservate negli anni ’70: volatilità più elevata, monetizzazione del debito pubblico e inflazione.
Naturalmente non sarà un passaggio immediato, né lineare: probabilmente attraverseremo inizialmente una fase deflazionistica - a causa dello shock di domanda, dell'aumento del debito e delle caratteristiche di stagnazione secolare - e i rendimenti dei titoli di Stato core potrebbero scendere ulteriormente nel breve termine. Ma questa prima fase sarà seguita da un aumento dell’inflazione, causato dal processo di deglobalizzazione, dalla monetizzazione del debito e dal riorientamento delle catene del valore.
Come siamo arrivati fin qui?
Guardando al passato, l'economia e i mercati hanno attraversato una serie di diversi regimi. Gli anni '70 sono stati anni di monetizzazione del debito pubblico, con un predominio dei salari sui profitti e con alti livelli di inflazione di beni e servizi. Gli anni '90 sono stati caratterizzati da un regime di debito privato, con il predominio dei profitti sui salari e incrementi di produttività che non avvantaggiavano i lavoratori, e da inflazione dei prezzi degli asset. Ciò ha portato ad una fase di scoppio della bolla, seguita da un contesto deflazionistico e, a partire dagli anni 2010, all'aumento del debito pubblico. Un aumento smisurato, che ora sta creando pressioni sulle banche centrali affinché monetizzino il debito, gettando i semi per un nuovo cambio di regime.
Ma come sarà il “nuovo mondo”?
La caratteristica principale del nuovo equilibrio sarà una politica estremamente accomodante, con i confini tra politiche fiscali e monetarie sempre più sfumati. Iniziamo a vederlo già oggi: per combattere la crisi si stanno mettendo in campo misure senza precedenti e finora impensabili. Parole un tempo tabù, come ‘helicopter money’ (letteralmente denaro gettato dall’elicottero) stanno diventando accettabili, e trovano terreno fertile in un dibattito che si era già evoluto negli ultimi anni, anche prima dello scoppio della crisi. Saranno proprio queste misure estreme che potranno guidare il cambiamento di regime.
Che cosa significa per gli investitori?
Covid-19 segnala lo scoppio di una crisi di liquidità nel settore aziendale rendendo la liquidità stessa una delle dimensioni critiche nella costruzione del portafoglio. Ciò comporta rischi diversi dall'approccio tradizionale incentrato sulle banche e indica la necessità che le varie autorità (banche centrali, autorità di regolamentazione) includano le conseguenze di questa realtà nelle loro politiche e nei canali di trasmissione diretta. La liquidità deve inoltre essere vista non solo come uno strumento difensivo per mitigare la volatilità, ma anche come un elemento chiave per sfruttare le opportunità d'investimento quando si presentano.
La crisi sta inoltre sollevando dubbi in merito a quali siano gli asset cosiddetti “sicuri”. Altro aspetto da tenere in considerazione è che probabilmente il nuovo scenario sarà caratterizzato da rendimenti inferiori, almeno per tutto il prossimo decennio. “Anche per questo motivo gli investitori dovrebbero ampliare il proprio orizzonte per esplorare i benefici della diversificazione su diversi fronti: geografico, di fattore e di stile.
E se già oggi la definizione di obiettivi di investimento chiari (reddito, tolleranza al rischio di perdite, protezione dall'inflazione) è importante, in futuro diventerà fondamentale per costruire un portafoglio su misura. Ad esempio, per gli investitori che puntano a rendimenti elevati, l'azionario potrebbe continuare a essere una buona scelta, ma anche il debito societario, specialmente quando è negoziato ad uno sconto interessante. Per coloro che sono alla ricerca di reddito, i titoli di stato saranno meno remunerativi in futuro e i dividendi azionari potrebbero essere più adatti, una volta che la situazione si sarà stabilizzata. Al fine di ricercare flussi di reddito più elevati, gli investitori potrebbero anche considerare attività reali illiquide come il debito privato, il settore immobiliare o le infrastrutture.
Infine, nel nuovo regime gli investimenti socialmente responsabili e le tematiche ESG conquisteranno un ruolo ancora più rilevante nei portafogli degli investitori, complice da un lato l’attenzione crescente al cambiamento climatico e, dall’altro, un’ inedita sensibilità all’uguaglianza sociale, destinata a far emergere la componente “S” (sociale, appunto), della sigla “ESG”.