Psicologia e investimenti: se è la nostra mente a remarci contro
Nell’immaginario collettivo, quello finanziario è un mondo in cui la razionalità regna sovrana. Un ambiente dominato da algoritmi e formule matematiche, dove c’è ben poco spazio per l’emotività. Niente di più fuorviante: i mercati stessi si muovono sull’onda delle emozioni. Basti pensare alle bolle speculative, che fanno gonfiare a dismisura determinati titoli o settori solo per effetto di un momentaneo quanto contagioso entusiasmo degli investitori. O alle vendite massive dettate non da una motivazione reale, ma solo ed esclusivamente dalla propagazione del “panico” tra chi possiede un certo titolo.
La finanza comportamentale
Questa non è che la punta dell’iceberg: tutte le nostre decisioni finanziarie, dalle più semplici alle più complesse, sono affette da “bias” comportamentali. In altre parole: il nostro cervello ci mette il bastone tra le ruote sempre, anche quando non ce ne rendiamo conto e anzi, siamo convinti di agire in modo estremamente ragionato e razionale.
La capacità della nostra psiche di boicottare le nostre scelte di investimento è talmente potente che, per contrastarla, si è addirittura sviluppata una branca della finanza chiamata proprio “finanza comportamentale”: si tratta di una scienza che studia le interferenze della mente nelle decisioni di investimento, individuando le “trappole cognitive” che influenzano non solo il comportamento degli investitori ma anche degli stessi professionisti del risparmio come i consulenti finanziari e i private banker. Le trappole identificate sono molte: iniziamo ad analizzare tre delle più frequenti, partendo dal presupposto che alcuni soggetti possono essere più inclini a un bias comportamentale piuttosto che a un altro, dal momento che molto dipende anche dalla personalità.
Overconfidence/eccesso di ottimismo
Tra i bias comportamentali di cui un investitore può cadere vittima c’è l’eccesso di fiducia in se stessi, che va di pari passo con l’eccesso di ottimismo: in entrambi i casi, la tendenza è quella di assumere più rischio di quanto si sia disposti a sopportare, sottovalutando la possibilità di incorrere in una perdita. Nello specifico, l’overconfidence ci porta a trascurare i fattori che esulano dal nostro controllo, nella convinzione di essere perfettamente in grado di gestire la situazione a nostro piacimento. L’eccessivo ottimismo invece ci spinge a focalizzarci troppo sui guadagni attesi senza dare il giusto peso ai potenziali rischi.
Effetto Gregge
Un altro errore molto comune è, al contrario, la scarsa fiducia in noi stessi, che ci porta a lasciarci influenzare da pensieri e comportamenti di chi ci circonda – il gregge (pensateci un attimo: succede in molti campi della nostra vita quotidiana). Siamo intimamente convinti che gli altri abbiano informazioni di cui noi non siamo a conoscenza e così siamo portati a seguirli in modo irrazionale, invece di fare le scelte giuste per noi in base alle informazioni di cui disponiamo. Eppure, nessuno conosce la nostra situazione meglio di noi stessi!
Avversione alle perdite/alle incognite
Anche l’avversione alle perdite è molto frequente nell’investitore: quando sperimentiamo un ribasso soffriamo più di quanto non gioiamo quando realizziamo un guadagno equivalente. Per evitare questa sofferenza, tendiamo a vendere troppo presto investimenti in rialzo, per paura di un improvviso crollo, e a tenere troppo a lungo investimenti in calo, per paura di realizzare la perdita. Collegata all’avversione alle perdite c’è poi l’avversione alle incognite, che ci spinge a preferire soluzioni note rispetto a situazioni meno chiare (tradotto: meglio un investimento sicuro, che offra reddito fisso e regolare, rispetto a uno più volatile e meno prevedibile, anche se più redditizio).
La consapevolezza è il primo passo per investire meglio
Questo è solo un primo assaggio, gli errori comportamentali individuati dalla letteratura sono molti. Ma a cosa serve conoscerli tutti? L’idea di base è che la consapevolezza sia il primo passo verso la “guarigione”: prendere coscienza delle trappole in cui possiamo cadere può aiutarci a interrompere gli automatismi mentali e a evitare gli ostacoli – o almeno a tenerne conto e a limitare i danni.