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L’istruzione? È la chiave per un futuro migliore

L’Organizzazione delle Nazioni Unite è convinta che garantire a tutti un adeguato livello di istruzione può creare un mondo migliore, più giusto e sostenibile. Ma una migliore educazione può far bene anche alle finanze di un Paese
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Povertà, fame, cambiamenti climatici, salute, istruzione: secondo le Nazioni Unite sono questi i temi principali su cui gli Stati devono investire per migliorare le condizioni economiche e sociali dei propri cittadini. L’ONU li chiama Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM) e rappresentano i traguardi principali a cui la comunità internazionale deve ambire per avere un mondo più sicuro, sostenibile e interdipendente. Tutti i temi presi in considerazione sono legati fra loro, ma ce n’è uno che si comporta come un moltiplicatore di risultati positivi: secondo l’ONU, infatti, un’istruzione più inclusiva e accessibile per tutti permetterebbe di ridurre le disuguaglianze, raggiungere la parità di genere, combattere la xenofobia, migliorare la salute delle persone e proteggere le risorse del pianeta. 


L’importanza dell’istruzione nella sfida globale

È lo stesso segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres a evidenziare l’importanza dell’istruzione in quanto quarto Obiettivo di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030: “L’educazione trasforma le vite, è un motore per l’eliminazione della povertà e un potere per la pace. Eppure”, dichiara Guterres, “almeno 262 milioni di bambini, adolescenti e giovani non vanno a scuola, e la maggior parte sono ragazze”. Per questo motivo, l’ONU considera la mancanza di accesso all’istruzione una violazione di un diritto umano fondamentale, sostenendo che il mondo non può permettersi una generazione di giovani che non abbia le competenze necessarie per partecipare all’economia del futuro. Ce lo ricordano anche le parole di Nelson Mandela. “La mia più grande ambizione è che ogni bambino in Africa vada a scuola perché l’istruzione è la porta d’ingresso alla libertà, alla democrazia e allo sviluppo”, affermava il carismatico leader sudafricano, attribuendo all’educazione un prezioso valore nell’ambito dello sviluppo umano. La cultura, infatti, altro non è che la capacità di pensare, analizzare e scegliere con la propria testa e quindi il primo strumento di nobilitazione verso la libertà. Non solo.


Investire nell’educazione fa bene all’economia

L’istruzione non è solo condivisione della conoscenza, ma è anche un fattore di crescita per individui, aziende e governi. “Un bambino, un insegnante, un libro, una penna possono cambiare il mondo”: come non ricordare le parole di Malala, la giovane studentessa pachistana che nel 2012 subì un attentato ad opera dei Talebani per aver voluto difendere il diritto allo studio delle bambine e delle ragazze del suo Paese. Malala ha ragione: è l’istruzione di qualità la base per migliorare la vita delle persone e raggiungere uno sviluppo equo e sostenibile. Le opportunità di sviluppo economico e sociale dipendono da un aumento del livello medio di istruzione, che può far bene anche alle casse dello Stato.


L’istruzione come risposta alla disruption tecnologica

L’obiettivo principale dei Paesi in via di sviluppo è sicuramente la diffusione della scuola primaria e secondaria. Ma per i Paesi già sviluppati come l’Italia il problema sta nel fornire una risposta alla crescente automazione della produzione e dei servizi, che richiede sempre più personale specializzato in grado di utilizzare e gestire apparecchiature molto sofisticate. L’istruzione si rivolge perciò anche agli adulti che già lavorano o che sono alla ricerca di un lavoro: essi devono “formarsi” per migliorare le loro abilità professionali e riqualificare le loro conoscenze tecniche. Anche nel campo della formazione “sul lavoro” i governi devono quindi provvedere a investire capitali adeguati: ciò che si richiede oggi è la capacità dei lavoratori di apprendere rapidamente le nuove tecniche e di sapere poi applicarle con intelligenza. È dunque importante investire in un percorso educativo che accompagni un individuo nell’intero ciclo della sua vita. Solo così il mondo potrà garantire migliore qualità della vita, minori diseguaglianze e una crescita economica soddisfacente e sostenibile.


Quali opportunità di investimento?

In tutto questo tourbillon, ha modo di inserirsi anche l’investitore individuale. Come? Esistono per esempio fondi comuni o comparti di SICAV che investono in azioni riconducibili all’“ecosistema educativo”, ovvero a tutte le fasi dell’istruzione: emesse quindi da società che si occupano di gestione e amministrazione scolastica, formazione permanente, integrazione professionale, edizione e distribuzione di libri e manuali, EdTech, vitto e alloggio, trasporto scolastico, finanziamenti allo studio e altro ancora. Un ecosistema vasto. È un tema d’investimento e di responsabilità sociale, che si inserisce nella sempre più ricca galassia ESG, di cui magari discutere – per farsi un’opinione ed eventualmente cogliere interessanti opportunità d’investimento – con il proprio consulente di fiducia.