Orientarsi (e difendersi) nel labirinto delle criptovalute
Quello delle criptovalute è un po’ un labirinto: alcuni ne sono attratti, altri lo rifuggono con timore. L’unico modo per attraversarlo con serenità e senza eccessi di diffidenza o entusiasmo è conoscerlo. “Nel 2021”, ci dice la Banca d’Italia nella sua Relazione annuale[1] presentata a fine maggio, “la dimensione del mercato delle criptoattività è quasi triplicata, arrivando a capitalizzare circa 2.200 miliardi alla fine dell’anno, soprattutto grazie all’aumento delle quotazioni degli strumenti più diffusi, vale a dire Bitcoin ed Ether”.
Poi, però, le cose sono cambiate. La volatilità delle quotazioni è rimasta elevata, avverte Bankitalia nella sua Relazione annuale, e ciò evidenzia “gli alti rischi che caratterizzano gli investimenti in criptoattività”. Basti pensare che nei primi mesi del 2022 la capitalizzazione totale è scesa, attestandosi a metà giugno sui 1.000 miliardi.
Cos’è esattamente una criptovaluta?
“Il termine si compone di due parole: cripto e valuta”, spiega Consob sul suo sito[2]. Si tratta quindi di valuta “nascosta”, visibile/utilizzabile solo conoscendo un determinato codice informatico. “Non esiste in forma fisica (anche per questo viene definita ‘virtuale’), ma si genera e si scambia esclusivamente per via telematica”.
La prima ad apparire, in ordine di tempo, è stata Bitcoin, che ancora oggi è la criptovaluta più famosa: nacque nel 2008 con l’idea di diventare sia un sistema di pagamento che un asset finanziario digitale di tipo monetario. Attraverso gli alti e bassi di questi quasi 15 anni, ha riscontrato un successo tale da ispirare la nascita di altre criptovalute. Il panorama è così ricco di tentativi, prove ed errori che molti, da più parti, temono l’esplosione più o meno imminente di una delle più grandi bolle degli ultimi anni. E non mancano, in ogni caso, illusioni e trappole.
Un vero e proprio labirinto, come dicevamo, nel quale bisogna sapersi orientare e, soprattutto, difendere. Ma come? Per esempio, seguendo le indicazioni diffuse in primavera dalle autorità europee di vigilanza.
Le raccomandazioni delle autorità di vigilanza
In una nota congiunta[3], l’Autorità Bancaria Europea, l’ESMA e l’EIOPA hanno avvertito i consumatori circa il fatto che “numerose criptoattività sono altamente rischiose e speculative”. In quanto tali, non sono adatte alla maggior parte dei consumatori al dettaglio “come investimento o mezzo di pagamento o scambio”. E se si pensa comunque di comprarle, è bene sapere che così facendo ci si potrebbe esporre “alla possibilità molto concreta di perdere tutto il denaro investito”.
Cosa c’è da sapere e valutare più in dettaglio?
Ci sono “rischi specifici associati alle criptoattività”, oltre che ai prodotti e ai servizi correlati, e bisogna esserne consapevoli. Soprattutto, bisogna valutare con attenzione se questi rischi sono accettabili, tenuto conto delle proprie preferenze e della propria situazione finanziaria.
In particolare, sottolineano le tre autorità, occorre prendere coscienza del rischio che:
- si può perdere tutto il capitale investito;
- i prezzi possono scendere e salire rapidamente in un breve lasso di tempo;
- si può cadere vittima di truffe, frodi, errori operativi o attacchi informatici;
- è improbabile che si possa beneficiare di alcun diritto alla protezione o al risarcimento, qualora l’investimento andasse male.
Alcuni prodotti che forniscono esposizione ai criptoasset sono poi molto complessi e rischiosi e quindi non adatti a molti consumatori.
Il pericolo di informazioni ingannevoli e frodi
Alcune criptoattività e prodotti correlati, sottolineano in particolare le tre autorità nella nota congiunta, “sono pubblicizzati in modo aggressivo al pubblico, utilizzando materiale promozionale e altre informazioni che potrebbero essere poco chiari, incompleti, imprecisi o addirittura intenzionalmente fuorvianti”. Siamo alle solite: si enfatizzano i potenziali guadagni ma senza fare alcun cenno (o quasi) agli elevati rischi connessi. Quando va bene, per così dire. Quando invece va male, si può incappare in vere e proprie truffe e mistificazioni, studiate apposta per sottrarre soldi ai malcapitati.
Le domande da porsi prima di comprare
Se tutto ciò considerato si sta comunque pensando di comprare criptoasset e/o prodotti e servizi correlati, ci sono alcune domande che, secondo le tre autorità, non possiamo non porci.
- Ci possiamo permettere di perdere tutto il denaro investito?
- Siamo disposti ad assumerci rischi elevati per guadagnare i rendimenti pubblicizzati (che non è detto si realizzino)?
- Le caratteristiche delle criptoattività o dei prodotti e servizi correlati sono note?
- Le imprese e/o i soggetti con cui si negozia sono rispettabili o per caso figurano nella blacklist delle autorità nazionali competenti (per esempio, la nostra Consob)?
- E ancora: siamo in grado di proteggere efficacemente i dispositivi utilizzati per acquistare, archiviare o trasferire le criptoattività, comprese le chiavi private?
In ogni caso, prima di fare qualunque mossa, la raccomandazione resta la stessa di sempre: parlarne con un consulente finanziario serio e preparato, che aiuti a far chiarezza e, soprattutto, a non perdere di vista i veri obiettivi del nostro portafoglio d’investimento.
[1] https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relazione-annuale/2021/rel_2021.pdf
[2] https://www.consob.it/web/investor-education/criptovalute
[3] https://www.consob.it/documents/46180/46181/esas_2022_15_IT.pdf