Capriccio Architettonico
- Autore
- Giovanni Paolo Panini
- Data
- 1716-1718
- Tecnica e supporto
- Olio su tela
- Dimensioni
- 95 x 72 cm
- Collezione
- Cariparma
- Ubicazione
- Piacenza
Il pittore, architetto e scenografo Giovanni Paolo Panini (o Pannini) nacque a Piacenza nel 1691 e morì a Roma nel 1765. La prima formazione avvenne nel poliedrico ambiente artistico dei Bibbiena, famiglia aretina di pittori, architetti e scenografi, affermatasi nelle corti di tutta Europa. Recatosi a Roma, si misurò con il paesaggio classico alla scuola del celebre pittore Benedetto Luti ed entrando in contatto con i più importanti paesaggisti e vedutisti del tempo: Gaspare Van Wittel (Vanvitelli), Giovanni Ghisolfi, Viviano Codazzi. Introdotto nella cerchia del cardinale de Polignac, fu nominato membro dell’Accademia di Francia a Roma e tale posizione gli consentì di conoscere molti giovani artisti francesi, in particolare Hubert Robert dal Voss, del quale influenzò la carriera. Nel soggiorno romano, a Panini vennero commissionate una serie di decorazioni in molti palazzi della nobiltà romana, purtroppo andate perdute, mentre ancora si conserva quella della Coffee House del Quirinale. Fu particolarmente apprezzato come autore di rovine, vedute architettoniche fantastiche o reali, feste e cerimonie.
Focus opera
Il dipinto documenta uno dei soggetti più in voga nel Settecento e cioè le vedute architettoniche ispirate alle diroccate vestigia dell’antichità classica: Roma, e non solo, divenne infatti una delle mete predilette di artisti, antiquari e collezionisti di tutta Europa, nonché tappa obbligata del Grand Tour. Anche Panini, come tanti altri pittori ed incisori suoi contemporanei, si cimentò abilmente con il soggetto, tanto da diventarne un maestro. Quest’opera, nello specifico, raffigura un imponente edificio classicheggiante in rovina che incombe su due figurine umane centrali, appena visibili: un uomo con il braccio sinistro levato come ad indicare qualcosa ad una giovane donna, seduta sopra un masso. Il dipinto riveste una certa importanza poiché da questo spunto iconografico il Panini desunse – secondo il parere del critico piacentino Ferdinando Arisi - la cornice architettonica per le due "Adorazioni dei Pastori", una conservata a Londra e l'altra presso l’Haward University di Cambridge. Di grande intuito pittorico, come afferma lo stesso critico, l'uso delle fronde dell'albero sullo sfondo per "legare" la scena. L'opera si colloca intorno al 1716-1718 e ben riconoscibile risulta il segno graffiante con cui il Panini realizza le figure, le frasche e le luci sulle architetture.