Giove innamorato di Cerere
- Autore
- Domenico Maria Viani
- Data
- XVIII secolo
- Tecnica e supporto
- Olio su tela
- Dimensioni
- 196 x 305 cm
- Collezione
- Cassa di Risparmio di Cesena
- Ubicazione
- Cesena
Scomparso all'età di 43 anni, Domenico Maria Viani è autore di un numero limitato di opere, anche in ragione della "natural lentezza da lui stimata ottima regola in operare" ricordata concordemente dalle fonti. La sua educazione artistica si svolse dapprima sotto la guida del padre, Giovanni Maria Viani che era stato allievo di Flaminio Torri, e si completò nella frequentazione dell'Accademia del nudo e nello studio dei modelli carracceschi che esercitarono una costante suggestione sulla sua pittura. Il viaggio a Venezia nel 1691 impresse uno scatto improvviso alla cultura del giovane, grazie al contatto diretto con la tradizione cinquecentesca di Tiziano e Paolo Veronese, allora molto in auge presso i bolognesi, e allo studio della pittura ardita di artisti del tempo quali Antonio Zanchi, Giovanni Antonio Fumiani e Antonio Molinari. L'artista scomparve nel 1711 a Pistoia.
Focus opera
Questo capolavoro di Domenico Maria Viani è conservato nella Galleria dei dipinti antichi di Cesena. Le fonti settecentesche riservarono al Viani apprezzamenti davvero lusinghieri. Afferma L. Crespi (1769): "Fece tosto un gran quadro per la casa Ratta esprimendovi Giove innamorato di Cerere, e talmente lo fece studiato, grandioso, caratterizzato, che gran nome gli diede, ed è la più bell'opera che abbia mai fatta"; prima ancora lo Zanotti (1739) ne aveva osservato il "disegno forte, massiccio, e singolarmente nella figura del Giove, essendo quella di Cerere venusta, e graziosa" ed il "colorito ancora vario, e morbido, tratto dalla scuola veneta", oltre che l'impianto neocarraccesco nella costruzione solenne dell'immagine. La notorietà dell'opera, eseguita per il senatore Ratta subito dopo il rientro dell'artista a Bologna avvenuto nel 1700, ebbe tale risonanza che "non passò … gran personaggio per Bologna, che non fosse condotto a vedere il quadro del Giove" (Zanotti, 1739). Lo stesso cardinale d'Adda ne richiese una replica su rame (ora presso il museo dell'Ermitage).
Fonte: https://www.fondazionecarispcesena.it/collezione/galleria