Erminia e Vanfrino curano Tancredi ferito

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Erminia e Vanfrino curano Tancredi ferito | Crédit Agricole
Erminia fra i pastori | Crédit Agricole
Autore
Mariano Salvador De Maella
Data
Seconda metà del XVIII sec.
Tecnica e supporto
Olio su tela
Dimensioni
126 x 181 cm
Collezione
Cariparma
Ubicazione
Parma

Questa coppia di tele ispirate a due noti canti de La Gerusalemme Liberata, costituiscono un pendant attribuibile al pittore valenziano Mariano Salvador de Maella (1739 - 1819). Le loro origini si fanno risalire a una collezione privata del parmense poi confluite nelle Collezioni d’Arte Crédit Agricole Italia. Il loro percorso attributivo non risulta rettilineo in quanto è transitato per il bolognese Marcantonio Franceschini (Carra, Copertini), sfiorando Giovanni Battista Lama (Cirillo, Godi) per poi infine trovare una propria collocazione verosimile in relazione all’Esaù che vende la primogenitura (già da Christie's a New York nel 1992) e con la serie delle Stagioni conservate al Prado di Madrid. 

La carriera artistica di Maella, dopo un periodo di formazione accademica a Roma e la collaborazione con Mengs alla decorazione del Palacio Real di Madrid, ebbe una vertiginosa accelerazione che lo portò a divenire Accademico di San Fernando e poi pittore di corte nel 1774. Cadde in disgrazia con la restaurazione al trono di Ferdinando VII (1813) in quanto, per motivi di interesse economico e meno per genuina adesione ideologica, si era posto al servizio di Giuseppe Bonaparte. 

Focus sulle opere

L’impostazione generale di questa coppia di teleri risale al classicismo romano seicentesco aggiornato alla luce di un gusto arcadico dal sapore marattesco; ne sono una prova le vesti all’antica di Erminia, le nobili fisionomie del pastore e dei putti e la posa del Tancredi ferito. 

In considerazione a quanto detto, le opere sono quindi da doversi considerare realizzate al termine del periodo romano di Maella (1765) o, al più tardi, riferibili al primissimo periodo madrileno: se vennero effettivamente eseguite a Roma, forse si trattò d'una commissione nobiliare arrivata al giovane Maella attraverso tramite l’Accademia.

Erminia e Vanfrino curano Tancredi ferito

Il primo episodio illustrato è dedotto dal XIX canto della Gerusalemme Liberata nel quale si narra di come Erminia, accompagnata dal fedele Vafrino, scopre l’amato Tancredi ferito, dopo il duello con Argante, il cui corpo esanime giace sulla sinistra, in secondo piano. 

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Erminia fra i pastori

Il secondo episodio si riferisce invece al canto VII in cui la principessa Erminia, dopo aver assistito al duello fra Tancredi e Argante, dalle mura di Gerusalemme, esce dalla città con indosso l'armatura di Clorinda con l’intenzione di recarsi al campo crociato per curare il suo amato Tancredi. Ma avvistata dalle sentinelle e si mette in fuga, mentre Tancredi la insegue credendo che si tratti della donna da lui amata. Dopo una fuga precipitosa che ricorda in parte quella di Angelica in apertura del Furioso, Erminia giunge presso un idilliaco villaggio di pastori, dove chiede e ottiene di essere ospitata temporaneamente nel tentativo di dimenticare il suo amore infelice.

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