Successione e passaggio patrimoniale: come gestirli al meglio
Ve la ricordate la favola della cicala e della formica? In realtà, è un racconto molto istruttivo anche e soprattutto per noi adulti. Siamo in estate e c’è questa cicala che non ha voglia di far fatica. Se ne sta quindi in panciolle tutto il giorno. E si permette pure di redarguire una formica, tutta indaffarata, avanti e indietro, a portar roba nella sua tana. “Faccio provviste per l’inverno”, si giustifica la formica. “Ma va”, le risponde quella, “l’estate è ancora lunga, c’è tempo”.
E indovinate? L’inverno arriva in un attimo e la cicala si ritrova nei pasticci, mentre la formica si gode i frutti del duro lavoro estivo. Morale? Impostate oggi una corretta gestione dei vostri risparmi per non ritrovarvi come la cicala quando arriverete alla pensione. Ma anche: pianificate i vostri investimenti tenendo conto pure del “dopo di voi”.
“Dopo di noi”: cosa c’è da sapere sulla successione
Certo, l’argomento non è dei più amabili. Dopotutto, a chi è che piace pensare al momento della sua dipartita? Eppure, bisogna. Di più: è saggio farlo. Perché non pianificare la gestione del proprio patrimonio anche nell’ottica del “dopo” può comportare costi in più e non di rado qualche problemino.
Periodicamente si torna a parlare di imposta di successione: in Italia le aliquote sono relativamente basse ma soprattutto, la franchigia prevista è altina: ogni erede in linea diretta e il coniuge, non pagano nulla sotto il milione di euro cadauno.
La successione degli strumenti finanziari
Anche i nostri investimenti sono oggetto di successione. E di relativa imposta.
E per i soldi che sono sul conto corrente? Se al momento della dipartita il conto presenta un saldo attivo, esso costituisce un credito dello scomparso ed è soggetto a imposta. Dunque, in ottica di successione, il conto corrente non è esattamente tra gli strumenti più efficienti sotto il profilo fiscale. Al contrario, per esempio, di titoli di Stato e polizze.
Sono esenti dall’applicazione dell’imposta di successione e dall’obbligo di indicazione nella dichiarazione di successione i titoli del debito pubblico (inclusi BOT e CCT) e gli altri titoli di Stato equiparati, oltre ai corrispondenti titoli del debito pubblico emessi dagli Stati appartenenti all’Unione Europea e dagli Stati aderenti all’accordo sullo Spazio Economico Europeo o equiparati.
Ne consegue che delle quote di un fondo comune oggetto di eredità va considerato tutto tranne il valore dei titoli di Stato eventualmente inclusi nel portafoglio del fondo stesso alla data del decesso del titolare.
L’esenzione riguarda anche il Trattamento di Fine Rapporto e le prestazioni erogate dai fondi di previdenza complementare. Per finire, se il defunto aveva una polizza vita, gli importi liquidati a favore del beneficiario – che può anche non essere un erede – non rientrano nella massa ereditaria.
Consulenza patrimoniale a 360 gradi
Anche chi riceve in eredità beni immobili e diritti reali immobiliari è tenuto a versare l’imposta di successione. A quanto ammonta? Dipende dalla base imponibile.
La successione è senza dubbio una materia estremamente complessa. Serve una consulenza patrimoniale a tutto tondo, che inizi con la costruzione del portafoglio, prosegua con la sua cura e tutela e termini con la sua trasmissione a chi resterà “dopo di noi”.
Quando ne parlerete con il vostro consulente di fiducia, non abbiate il timore di chiedere.