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Mutuo a tasso fisso o variabile: quale scegliere

Scopri se conviene scegliere un mutuo a tasso fisso o variabile, le differenze e come influiscono sul costo mensile con la guida di Crédit Agricole.

Le differenze tra mutuo a tasso fisso e variabile

Uno dei dubbi più comuni per chi deve accendere un mutuo riguarda la scelta tra tasso fisso e tasso variabile.

Il tasso di interesse è l’elemento che più di ogni altro influenza l’importo della rata e il costo complessivo del finanziamento, quindi, è meglio avere tutte le informazioni a riguardo in modo da valutare con attenzione e fare una scelta in base alle proprie esigenze e situazione economica.

Per capire quale sia la soluzione migliore, è utile conoscere le differenze principali e analizzare i pro e i contro di ciascuna formula.

Differenza tra mutuo a tasso fisso e variabile

La differenza tra mutuo a tasso fisso e variabile è legata al modo in cui si calcolano gli interessi sul capitale finanziato dall’istituto di credito.

Con il mutuo a tasso fisso, l’interesse concordato al momento della stipula rimane invariato per tutta la durata del mutuo. La rata mensile resta costante e indipendente dalle oscillazioni dei mercati finanziari. È una scelta che garantisce sicurezza e permette di pianificare con precisione le spese a lungo termine.

Con il mutuo a tasso variabile, invece, l’interesse segue l’andamento di un indice di riferimento (di solito l’Euribor). La rata può diminuire se i tassi di interesse scendono, ma può anche aumentare se i tassi salgono.

Per chi cerca una via di mezzo, esistono anche soluzioni ibride:

  • i mutui a tasso misto, che prevedono la possibilità di cambiare la tipologia di tasso da fisso a variabile o viceversa, nel corso della vita del mutuo;
  • i mutui a tasso variabile con cap (un tetto massimo oltre il quale il tasso del mutuo  non può salire, indipendentemente dall’andamento degli indici di riferimento).

Quando conviene scegliere un mutuo a tasso fisso?

Il mutuo a tasso fisso è ideale per chi desidera stabilità e non vuole esporsi alle oscillazioni dei mercati. Conviene soprattutto in queste situazioni:

  • quando i tassi di interesse mutui sono bassi o stabili e si teme un aumento futuro;
  • se si ha un reddito fisso e si vuole mantenere invariata la rata per tutta la durata del mutuo;
  • nei mutui di lunga durata (20-30 anni), dove l’incertezza dei mercati è maggiore.

Per fare un esempio pratico di simulazione del mutuo: 100.000 euro da restituire in 20 anni, con tasso fisso al 3%, corrispondono a una rata di circa 555 euro al mese, che resterà costante fino all’ultima scadenza.

Scegliere un mutuo a tasso fisso significa pagare in media una rata più alta rispetto a un mutuo con tasso variabile in fase iniziale, ma garantisce la sicurezza senza sorprese per possibili oscillazioni.

Quando conviene scegliere un mutuo a tasso variabile?

Il mutuo a tasso variabile è adatto a chi preferisce e ha la possibilità di gestire eventuali oscillazioni. Conviene in particolare se:

  • i tassi mutui sono alti ma in discesa, e si prevede una riduzione nel medio periodo;
  • si sceglie una durata breve (10-15 anni), in cui il rischio di oscillazioni significative è più contenuto;
  • si dispone di una buona stabilità economica e si può sostenere un possibile aumento della rata.

Chi sceglie il tasso variabile deve avere maggiore flessibilità e un margine di sicurezza sul proprio reddito, per affrontare possibili aumenti.

Come i tassi di interesse influenzano il mutuo

Per capire come funziona un mutuo è necessario considerare i tassi di interesse che sono determinati da due componenti principali:

  • l’indice di riferimento (Euribor per i mutui variabili, IRS per i mutui fissi);
  • lo spread, cioè il margine aggiunto dalla banca.

Le oscillazioni dei mercati incidono soprattutto sui mutui variabili, mentre i mutui a tasso fisso sono maggiormente protetti.

Chi valuta la scelta tra fisso e variabile deve considerare anche la durata del mutuo. Nel lungo periodo, piccoli scostamenti dei tassi possono avere un impatto notevole sul costo totale.

Euribor e IRS: cosa sono in parole semplici

Per comprendere meglio i meccanismi, è utile sapere cosa significano i due indici di riferimento.

  • Euribor: è il tasso interbancario europeo, cioè il costo al quale le banche si prestano denaro tra loro. Viene aggiornato quotidianamente ed è il parametro che determina l’andamento dei mutui a tasso variabile. Se scende, la rata cala; se sale, la rata aumenta.
  • IRS (Interest Rate Swap): è il tasso di mercato usato per i mutui a tasso fisso. Riflette le aspettative sull’andamento futuro dei tassi: se si prevede un rialzo, l’IRS sale e i mutui fissi diventano più costosi.

Quindi, semplificando il più possibile, l’Euribor influenza il presente dei mutui variabili, mentre l’IRS rappresenta le previsioni future dei mutui fissi.

Per comprendere bene l’impatto dei tassi sulla rata è utile analizzare il proprio piano di ammortamento del mutuo , che mostra l’importo delle rate da pagare per rimborsare il mutuo e come si compongono capitale e interessi nel tempo.

Quindi non c’è una risposta univoca alla domanda se sia meglio un mutuo a tasso fisso o variabile. Perché dipende dalle condizioni di mercato e dal profilo del cliente.

Il fisso è più indicato per chi cerca stabilità e non vuole sorprese. Il variabile conviene a chi può affrontare oscillazioni e desidera partire con una rata più bassa.

Valutare le proprie esigenze, confrontare le offerte e informarsi sull’andamento dei tassi di interesse permette di fare una scelta consapevole. Grazie a strumenti come la surroga o la rinegoziazione del mutuo, la decisione non è definitiva: con la giusta pianificazione si può adattare il mutuo alle proprie necessità lungo il percorso.

Come orientarsi con TAN e TAEG

Un altro elemento fondamentale per decidere se scegliere un mutuo a tasso fisso o variabile è la comprensione del TAN e del TAEG.

  • Il TAN (Tasso Annuo Nominale) rappresenta il costo puro degli interessi applicati al mutuo.
  • Il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) include invece tutte le spese accessorie, come istruttoria, spese mensili, imposte, perizia e assicurazioni obbligatorie.

Quando si confrontano due mutui, è il TAEG a fornire l’indicazione più chiara sul costo reale del finanziamento.