Giovani, incentivi e mercato
Le imprese condotte da giovani assicurano non solo la tenuta del settore nel futuro, con la generazione di ricchezza, ma anche la possibilità di lavorare sui beni pubblici comuni.
Il presidio del territorio è essenziale, lo abbiamo visto nei drammatici giorni di emergenza in Romagna.
Per una tenuta sufficiente del terreno montagna o pianura, è essenziale che le aziende agricole si mettano a disposizione della comunità e lavorino in piena sintonia con il territorio. È grazie a questi aspetti, sempre rispettati da generazioni di agricoltori, che si possono evitare tragedie.
Avere quindi nuove aziende, condotte da giovani, con macchinari nuovi, rinnovati, digitali, consente di spendere sul territorio un sapere e un saper fare che determina, non solo la ricchezza, ma la vera e propria stabilità e fungibilità del sistema locale.
Le aziende condotte da giovani in Italia sono poco più di 35mila. Un numero decisamente poco rispondente a quello che sarebbe necessario, non solo per il ricambio generazionale, ma anche e soprattutto per un ricambio culturale e strutturale delle attività economiche in campagna.
Lo stato di cose determina come sia necessario, imprescindibile e auspicabile a qualsiasi livello, il presidio in campagna da parte di giovani uomini e donne che oltre ad insediarsi, determinino anche una nuova visione sulla tutela del paesaggio, dell’ambiente e, appunto, dei beni pubblici condivisi.
Innovazione, capacità di aggregazione, senso pratico in coerenza con nuovi approcci alla tecnologia e al credito. Questi sono gli aspetti che i giovani possono sostenere nel breve e medio termine in attività di generazione di ricchezza in agricoltura.
La Politica Agricola Comune ha pienamente compreso le esigenze e propone linee di intervento a pieno sostegno di aziende giovani. Le politiche statali e regionali, sempre migliorabili, concedono altrettante facilitazioni.
Il mondo bancario e finanziario non si sottrae di certo e propone approcci e sostegni in coerenza con il lavoro da svolgere insieme. Ovvero usare il credito come benzina per alimentare il motore dell’innovazione e della crescita delle aziende giovani di nuovo insediamento o in fase di ulteriore sviluppo.
La visione complessiva deve essere però patrimonio comune sia delle aziende che delle istituzioni finanziarie con la consapevolezza che il credito agrario deve tornare ad essere credito di programmazione.
In questo senso e solo in questo senso si muove l’offerta di Crédit Agricole Italia che sostiene pienamente il mondo dei giovani, non solo e banalmente nell’acquisto del terreno da lavorare, ma anche e soprattutto con forme di facilitazione creditizia a tutto tondo: circolante, innovazione, stabilizzazione, crescita.
Non valutazione statica sul patrimonio, ma valutazione dinamica, sulla effettiva attività. Sul progetto da sostenere.
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