


L’Italia rappresenta poco meno del 17% dell’economia del settore primario dell’Unione europea. Un’incidenza che in termini di valore aggiunto pone il nostro Paese al secondo posto, appena dietro alla Francia (17,4%), davanti a Spagna (14,7%) e Germania (13,8%).
L’Italia rappresenta poco meno del 17% dell’economia del settore primario dell’Unione europea. Un’incidenza che in termini di valore aggiunto pone il nostro Paese al secondo posto, appena dietro alla Francia (17,4%), davanti a Spagna (14,7%) e Germania (13,8%). Una posizione confermata anche nel 2023, nonostante la riduzione del 3,3% del valore aggiunto in termini reali (al netto cioè della dinamica dei prezzi), conseguente a un’annata agraria pesantemente condizionata dagli eventi climatici avversi.
L’Ucraina è storicamente nota come il “granaio d’Europa”, essendo dotata di una vasta superficie agricola. Infatti, il settore primario rappresenta una componente chiave dell’economia dell’ex repubblica sovietica, giocando un ruolo cruciale, non solo nella sussistenza della popolazione locale, ma anche nel raggiungimento della sicurezza alimentare globale. L’Ucraina possiede una delle più grandi superfici agricole del continente europeo, che ammonta a circa 42 milioni di ettari, i quali rappresentano quasi il 70% della superficie totale del Paese (pari a 603.500 km2). Basti pensare che l’Italia ha una Sau di 12 milioni di ettari.
La superficie agricola ucraina è costituita prevalentemente da seminativi (circa 32,5 milioni di ettari), mentre i restanti 9,5 milioni di ettari sono dedicati a prati e pascoli permanenti (dati del Servizio Statistico ucraino, 2024). Oltre la metà della Sau è dedicata al frumento tenero (26,9%) e al girasole (24,9%). Altre produzioni rilevanti sono quelle del mais (18,9%), dell’orzo (9,4%), delle patate (4,9%) e della soia (4,8%).
Nel complesso, il valore della produzione agricola ucraina annua si avvicina ai 30 miliardi di euro, di cui oltre l’80% legato alle produzioni agricole, mentre la restante quota è derivante dal comparto zootecnico.
In base a questi dati, quale effetto potrebbe avere l’ingresso di Kiev nell’Unione europea? Come noto il bilancio europeo è composto da una percentuale del Pil di ogni Paese membro. L’Ucraina porterebbe un incremento del 26% della superficie agricola, a fronte di un aumento del Pil dell’Ue dell’1,15%. Attualmente, Bruxelles ripartisce le risorse della Pac prevalentemente in base all’estensione in ettari della superficie agricola posseduta da ogni agricoltore beneficiario che presenta una domanda di aiuto. Oggi i 27 Stati membri possiedono una Sau di 157 milioni di ettari, mentre la Sau dell’Ucraina è di 42 milioni di ettari. Pertanto, con l’ingresso di Kiev, la Sau europea salirebbe a 199 milioni di ettari.
L’attuale budget della Pac, relativo al quadro finanziario pluriennale 2021-2027 al netto di risorse straordinarie, ammonta a 378,5 miliardi di euro. Se li dividiamo per i 157 milioni di ettari di Sau dei 27 Stati membri si ottiene un contributo annuo a ettaro di 343 €. Per mantenere questa cifra sarebbero necessari 94,5 miliardi di euro in più per la Pac nel bilancio settennale dell’Ue, pari a 13,5 miliardi di euro in più ogni anno. Uno stanziamento difficile da ipotizzare per le casse comunitarie. Se invece si mantenesse il budget inalterato, il sostegno a ettaro scenderebbe di circa il 20%, a 275 €.