

La pensione? Con la previdenza complementare può arrivare prima
La previdenza complementare non solo consente di integrare l’assegno pensionistico pubblico, ma può anche contribuire, in alcuni casi, ad anticipare l’età del pensionamento. Una scelta consapevole, orientata alla responsabilità e alla serenità futura.
Si sa: nel nostro Paese, parlare di pensione è spesso sinonimo di incertezza. Il progressivo invecchiamento della popolazione, l’allungamento dell’età lavorativa e il calo del tasso di natalità stanno mettendo alla prova la sostenibilità del sistema pubblico. In parallelo, il tasso di sostituzione – ossia il rapporto tra la prima pensione erogata e l’ultimo reddito percepito in attività – tende a ridursi: per molti lavoratori, il futuro assegno non basterà a mantenere il tenore di vita raggiunto.
In questo scenario, la previdenza complementare assume un ruolo sempre più decisivo. Come strumento di integrazione della pensione pubblica e, di riflesso, come leva per costruire, nel tempo, una maggior libertà finanziaria. In alcuni casi, persino la possibilità di anticipare l’effettiva età del pensionamento.
Le tendenze demografiche pongono una serie di sfide
Oggi l’Italia è uno dei Paesi più longevi al mondo. E uno tra quelli con la più modesta natalità. Si vive di più, insomma, ma nascono meno bambini. “Al 31 dicembre 2024”, ci dice l’ISTAT, “la popolazione residente conta 58 milioni 934mila individui (dati provvisori), in calo di 37mila unità rispetto alla stessa data dell’anno precedente"1.
La speranza di vita alla nascita è stimata in 81,4 anni per gli uomini e in 85,5 anni per le donne, e, sempre secondo i dati provvisori anche il tasso di natalità è in contrazione.
Il risultato di questi dati è un sistema sempre più sbilanciato con un crescente squilibrio tra la popolazione in età attiva2 e non attiva (i pensionati). Uno sbilanciamento che non sarà privo di conseguenze: è infatti già nelle previsioni un progressivo incremento dell’età pensionabile, che comunque non basterà da solo a risolvere il problema. Sarà perciò da mettere in conto anche un calo del tasso di sostituzione.
Nell’ipotesi base del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato2 il tasso di sostituzione lordo calerà:
- per i dipendenti del settore privato, dal 73,6% del 2010 al 58,4% del 2070;
- per gli autonomi, dal 72,1% del 2010 al 46,7% nel 2070.
Migliorare il dato è possibile grazie al contributo offerto dalla previdenza integrativa. Due casi recenti dimostrano che governi nazionali e locali ne sono sempre più consapevoli.
Il caso Germania: una “paghetta previdenziale” per il futuro
La Germania ha fatto della riforma pensionistica una priorità per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico di fronte a un rapido invecchiamento della popolazione, un calo delle nascite e un’economia ancora in fase di riassestamento post-pandemico.
Il governo tedesco ha introdotto una misura innovativa e molto discussa: la “paghetta previdenziale”. Si tratta di un contributo mensile di 10 euro per ogni bimbo e ragazzo dai sei ai diciotto anni, a partire da gennaio 2026. I 10 euro saranno automaticamente investiti in appositi fondi e vincolati fino al pensionamento. Raggiunta la maggiore età, i beneficiari potranno continuare ad accantonare risparmi in questa modalità per conto proprio.
La “paghetta previdenziale” rappresenta un tentativo di innovazione strutturale che sposta l’attenzione sulla previdenza come processo che inizia fin dall’infanzia.
A livello europeo, la Germania si pone come laboratorio innovativo: mentre altri Paesi puntano su agevolazioni fiscali o previdenza integrativa, la “paghetta previdenziale” è una novità che potrebbe ispirare riforme simili altrove..
Italia: l’esempio virtuoso del Trentino-Alto Adige
Un’analoga iniziativa l’ha introdotta la Regione Trentino-Alto Adige, approvando un contributo pubblico fino a 1.100€ per ogni bambino iscritto a un fondo pensione complementare fin dalla nascita. Come funziona? Alla nascita del bambino, o al momento dell’adozione o affidamento, la Regione versa direttamente nel fondo pensione del piccolo 300€. Nei quattro anni successivi, se la famiglia versa almeno 100€ all’anno nello stesso fondo, la Regione aggiunge altri 200 euro ogni anno. Insomma, un aiuto concreto per costruire un futuro più sicuro e sereno.
Chi può accedere? Tutte le famiglie residenti da almeno tre anni in Trentino-Alto Adige, con bambini residenti in regione, possono beneficiare di questo incentivo, senza limiti di reddito. La misura è valida per i nuovi nati dal 2025 e, in via transitoria, anche per i bambini nati dal 2020.
Prima si inizia, meglio è
Perché è importante iniziare presto a pensare alla pensione? Investire sul lungo periodo, con un portafoglio ben diversificato3, potrebbe aumentare le probabilità di conseguire buoni rendimenti3. Se si guarda all’andamento storico dei mercati è possibile osservare come le oscillazioni o bruschi cali di mercato, legati a specifici eventi, sono assorbiti in un lungo orizzonte temporale (es. oltre 10 anni).
Inoltre, gli investimenti beneficiano di un altro importante fattore: la capitalizzazione composta. Con la capitalizzazione composta i guadagni maturati vengono automaticamente reinvestiti (“capitalizzati”) e possono quindi generare nuovi guadagni, dando luogo a una crescita esponenziale dell’investimento. Un effetto moltiplicatore, insomma, più forte ogni anno che passa. Questo meccanismo è particolarmente vantaggioso per i giovani, poiché investire presto permette di sfruttare al meglio il potere del tempo. Più a lungo il denaro rimane investito, maggiore sarà la potenziale crescita del montante investito, creando un effetto virtuoso nel lungo termine.
Previdenza complementare: integrare e anticipare
La previdenza complementare è uno strumento utile non solo per integrare le somme che si percepirebbero con la sola previdenza pubblica (e che potrebbero essere non sufficienti a mantenere il proprio stile di vita in una fase che si preannuncia fortunatamente sempre più lunga, al punto da poterla considerare quasi una seconda giovinezza) ma può anche essere un valido alleato per anticipare l’età del pensionamento, oggi fissata a 67 anni.
La legge di Bilancio del 2025 ha introdotto un’importante novità per i lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi dal 1996, per i quali la data del pensionamento dipende dall’età e dai contributi versati ma anche dall’importo dell’assegno pensionistico4 (che deve essere pari oggi ad almeno tre volte l’assegno sociale di 538 €). Questi lavoratori nel calcolo della soglia minima potranno ora anche valorizzare le somme accantonate al fondo pensione e quindi, a determinate condizioni, il fondo pensione potrebbe consentire loro di anticipare il momento della pensione.
Più in generale poi il fondo pensione offre la cosiddetta RITA ovvero la Rendita integrativa temporanea anticipata. Si tratta della possibilità, riconosciuta agli aderenti in possesso di specifici requisiti, di richiedere con 5 o 10 anni di anticipo rispetto al raggiungimento dell’età anagrafica previsto per la pensione di vecchiaia, una rendita temporanea al proprio fondo pensione.
La sfida della pensione? Va affrontata da giovani
Il messaggio, ancora una volta, è chiaro e cruciale: prima si inizia, meglio è. Costruire oggi la sicurezza di domani è una scelta di responsabilità: per questo, è bene parlarne con un consulente qualificato, che aiuti a definire l’orizzonte temporale, a individuare il fondo più adatto ottimizzare i vantaggi fiscali.
Fonti:
1. www.istat.it/comunicato-stampa/indicatori-demografici-anno-2024/
3. La diversificazione non garantisce un profitto né protegge da una perdita. Investire comporta dei rischi.
4. Importo minimo richiesto ai fini della pensione anticipata contributiva.
Importante da sapere
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