Quanto male ci fa rinviare le decisioni finanziarie
Non solo profili socio-demografici e portafogli: l’ultimo Rapporto Consob sulle scelte d’investimento delle famiglie italiane censisce anche “alcune attitudini psicologiche che possono orientare la percezione e l’assunzione di rischio finanziario da parte degli individui”. Fra queste, la tendenza a rimandare le decisioni, anche nota come procrastinazione. Teoricamente, sarebbe poco diffusa: meno del 10% degli interpellati nell’ambito dell’indagine Consob se ne dichiara esposto.
A dispetto di questa percezione, però, la tendenza a rinviare appare nettamente più diffusa. Per dirne una: secondo i dati Covip, a metà 2019 il numero complessivo delle posizioni in essere presso le forme pensionistiche complementari (fondi aperti, PIP e via dicendo) era di 8,9 milioni, corrispondenti a un totale di iscritti stimato in circa 8,1 milioni, a fronte degli oltre 23 milioni di occupati censiti dall’Istat a novembre. Senza contare studenti e altre categorie, cui nessuno vieta di costruirsi un piano di previdenza integrativa.
Rimandare le decisioni ha un prezzo?
In generale, i costi non sono semplicissimi da quantificare. Un po’ diverso il discorso per quanto riguarda le decisioni in materia di investimenti. Ogni giorno di ritardo che registriamo nel cominciare a mettere a frutto i nostri risparmi attraverso un adeguato investimento ha un prezzo
In altre parole, il tempo è un alleato: Prima si decide di investire, prima si attiva il meccanismo della capitalizzazione degli interessi. In base a tale meccanismo, gli interessi successivi al primo anno di investimento maturano non solo sul capitale iniziale ma sul capitale sommato agli interessi già maturati.
Ma allora perché si sceglie di rinviare?
Bella domanda. La risposta ce la fornisce sempre il Rapporto Consob, dicendoci che la tendenza a rimandare le decisioni si accompagna con l’ansia finanziaria: più alta è quest’ansia, più si rimanda a domani quello che si potrebbe fare oggi. Un’ansia che, dal canto suo, è più elevata laddove più modesta è la cultura finanziaria. E quella degli italiani si conferma ancora alquanto insufficiente.
Qualche altro dettaglio ci può aiutare a mettere a fuoco l’entità delle nostre carenze nazionali. Per compiere una scelta di investimento è fortemente raccomandabile acquisire prima tutte le informazioni utili a compiere la scelta migliore: qual è il rendimento, quali sono i costi e i contenuti e, ovviamente, quale può essere il set di rischi associati.
Smettere di rimandare le decisioni si può: ecco come
Il problema è che quando si parla di investimenti il tempo è davvero denaro e il giusto tempismo può risparmiarci una lunga serie di spiacevoli mancati guadagni. Un modo per aggirare l’ostacolo in maniera efficiente ed efficace esiste: è affidarsi a una consulenza finanziaria seria e professionale, in grado di riempire quei vuoti di conoscenza che affliggono noi italiani e di farci da pungolo rispetto a tutta una serie di decisioni che non è saggio né profittevole rinviare.
Il consulente come antidoto al “procrastinatore” cronico? Sì, si può. Anzi, si deve. Innanzitutto per prendere coscienza di una tendenza che può sembrare cautela, ma in realtà, è ben altro.