Breve guida al risparmio gestito
I mercati finanziari non sono un’entità astratta dotata di una sua misteriosa volontà e intelligenza, ma un sistema concretamente molto articolato e complesso. Numeri, informazioni e analisi masticati e digeriti da operatori umani e algoritmi informatici, che spesso e volentieri li risputano fuori con termini inglesi e formule di difficile comprensione. E forse, la sensazione di avere a che fare con qualcosa di oscuro deriva proprio da questo. In aggiunta, com’è comprensibile, gli scandali finanziari a cui il nostro Paese non è rimasto immune non hanno certamente aiutato.
Perciò, una reazione ancora molto frequente è “non avrete mai i miei soldi”. Che, quindi, finiscono dritti sotto al materasso. I dati diffusi da Banca d’Italia, Consob e altre realtà che si occupano di tutela del risparmio mostrano chiaramente come gli italiani, ancora oggi, preferiscano di gran lunga tenersi stretto il proprio denaro.
L’importanza di investire
Se ci sembra che i nostri soldi sotto al materasso siano completamente al sicuro dalle turbolenze dei mercati, potremmo un giorno avere un’amara sorpresa il cui nome è “inflazione”. L’inflazione è l’aumento generalizzato dei prezzi, in altre parole quando con un’unità di moneta si può acquistare una quantità di beni e servizi inferiore rispetto a qualche tempo prima. Ebbene, l’inflazione erode non solo il nostro potere d’acquisto, ma anche i nostri risparmi.
Questo era particolarmente evidente quando c’era la lira e magari con l’euro lo è un po’ meno, ma il discorso vale sempre. Se 5 milioni di lire nel 1980 equivalevano a circa 14 mensilità di un operaio generico, nel 1990 corrispondevano all’incirca a quattro mensilità. Il loro “peso” in 10 anni si è ridotto di circa due terzi. Un processo di erosione a cui, lo ribadiamo, la moneta unica non è immune. Ecco perché è importante investire i risparmi e non tenerli fermi. Ma altrettanto importante è investire consapevolmente. La varietà di strumenti a disposizione è vasta e la continua innovazione finanziaria consente di puntare praticamente ovunque e su qualunque cosa. Noi, oggi, parliamo di risparmio gestito.
Il risparmio gestito
Quando i risparmiatori decidono di investire in strumenti di risparmio gestito, conferiscono a uno specifico intermediario un mandato per la gestione di un portafoglio di strumenti finanziari. Tutte le operazioni di acquisto e di vendita delle attività finanziarie vengono effettuate dall’intermediario incaricato della gestione, il cui mandato può riguardare un patrimonio individuale oppure un patrimonio collettivo. Tra i principali prodotti di risparmio gestito ci sono i fondi comuni di investimento e gli ETF. Cosa sono? Vediamoli un po’ nel dettaglio.
Fondi comuni di investimento ed ETF
I fondi comuni sono strumenti utilizzati dalle società di gestione del risparmio per effettuare degli investimenti. è come un enorme salvadanaio nel quale confluiscono i risparmi degli investitori, che saranno poi investiti negli strumenti scelti dalla società di gestione nel rispetto delle regole del fondo stesso.
Gli ETF, acronimo di Exchange Traded Funds, sono fondi indicizzati quotati e quindi scambiati in Borsa come se fossero delle azioni o delle obbligazioni e permettono di replicare l’andamento di un determinato indice che, proprio per come è costruito, non è acquistabile direttamente sul mercato. Se da un lato l’ETF ha l’obiettivo di replicare un indice di riferimento, chiamato anche benchmark, e quindi è contraddistinto da una gestione “passiva”, i fondi comuni di investimento hanno il primario scopo di battere il benchmark di riferimento e di conseguenza ottenere un migliore risultato attraverso una gestione “attiva”.
Perché investire in un prodotto di risparmio gestito?
Dopo aver introdotto le caratteristiche principali dei prodotti di risparmio gestito, la domanda immediatamente successiva è questa: ma perché investire proprio in questo tipo di prodotto? Premettendo che, fatto 100 l’ammontare complessivo dei vostri risparmi, è buona norma non metterli tutti e 100 in un solo prodotto ma – come si dice in gergo – diversificare il vostro portafoglio lasciando liquida una parte dei vostri soldi, i fondi possono essere una soluzione interessante perché il loro patrimonio è separato da quello della società che si occupa di gestirli. La normativa è molto chiara e prevede che le somme investite dai clienti debbano essere custodite nella banca depositaria, attore indipendente dalla società di gestione. Non esiste quindi un rischio di controparte diretto: se la società di gestione fallisce, non vi saranno conseguenze per i vostri risparmi. Inoltre, Banca d’Italia e Consob hanno messo al centro la tutela dell’investitore grazie una serie di rigidi controlli normativi.
Non solo vantaggi normativi
Ma i vantaggi normativi non sono gli unici aspetti dei prodotti di risparmio gestito. I fondi comuni di investimento e gli ETF sono strumenti finanziari semplici, possono essere tranquillamente acquistati attraverso le principali piattaforme bancarie e hanno una chiara e specifica indicazione del settore in cui investono, dell’indice di riferimento e del grado di rischiosità. Sono prodotti dall’alto grado di liquidità e quindi facilmente smobilizzabili. Si parla di liquidità di uno strumento finanziario quando un investitore è in grado di acquistarlo e venderlo agilmente, senza influenzare il prezzo dello strumento stesso.
Ma c’è di più. I prodotti di risparmio gestito aiutano l’investitore a diversificare il proprio portafoglio perché sono già di per sé molto diversificati: consentono infatti di accedere alle principali classi di attività (azioni, obbligazioni, materie prime, strumenti del mercato monetario) e di investire in diversi settori e aree geografiche, o di seguire stili e temi d’investimento specifici.
Di prodotti ce ne sono tanti ed è importante scegliere quelli che sono in linea con il nostro obiettivo, il nostro orizzonte temporale e il nostro profilo di rischio, elementi chiave che ogni investitore deve avere ben chiaro in mente quando costruisce un portafoglio di investimento.