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Il riso torna protagonista in campo e sulle tavole

Da sempre prima produttrice europea di riso con 1,4 milioni di tonnellate e il 57% degli ettari dedicati sull’intero continente, quest’anno l’Italia ha riacceso i riflettori su una coltura che negli ultimi anni ha dovuto affrontare qualche difficoltà.

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Da sempre prima produttrice europea di riso con 1,4 milioni di tonnellate e il 57% degli ettari dedicati sull’intero continente, quest’anno l’Italia ha riacceso i riflettori su una coltura che negli ultimi anni ha dovuto affrontare qualche difficoltà. A partire dall’aumento degli ettari coltivati: 235.450, 9.300 in più rispetto al 2024. In aumento le semine di Lunghi A e Lunghi B, mentre le superfici dei Tondi e Medi sono stimate in calo. La raccolta, partita a metà settembre, ha dato buoni risultati sia in termini di quantità che di qualità. Tra l’altro, proprio nel 2025 si celebrano gli ottant’anni del Carnaroli, la varietà da risotto più conosciuta al mondo e i cento anni dai primi incroci tra varietà, avvenuti nell'ex Stazione sperimentale di risicoltura di Vercelli.

 

Altro dato positivo arriva dai dati delle assicurazioni agevolate del 2024. Il riso si conferma il comparto agricolo che più di ogni altro ha saputo integrare lo strumento nella gestione in azienda. Con un valore assicurato di 653 milioni di euro (+10,4% rispetto al 2023), che copre pressoché l'intera produzione vendibile, la coltura scala la classifica dei principali prodotti assicurati, al terzo posto dopo uva da vino e pomodoro da industria e al primo tra i seminativi. Le superfici coperte nella scorsa campagna hanno sfiorato i 175mila ettari, (+6,2% sul 2023). Quanto ai costi assicurativi, i premi ammontano a 34,2 milioni, con una tariffa media del 5,24%. Quasi la totalità dei risicoltori (99%) ha sottoscritto il “Pacchetto C”, che tutela le aziende produttrici dai danni provocati alla coltura da grandine, eccesso di pioggia e vento forte.

 

E secondo uno studio dell’Osservatorio nazionale sul consumo di riso in Italia, presentato al festival Risò a Vercelli, nel 2025 in Italia sono in crescita anche i consumi: +6,9% rispetto al 2024. Oltre la metà degli italiani consuma il riso a casa almeno una volta alla settimana. Per il 13,5% è un piatto presente sulla propria tavola tre o più volte alla settimana. Un italiano su sei ha l'abitudine di mangiare riso in ristoranti e locali etnici almeno una volta alla settimana: più di tutti i giovani della Gen X (22%). Nello specifico, la nuova centralità del riso riguarda il suo essere un alimento sano (81,2%; + 3,7% rispetto al 2024), digeribile (84,9%), gustoso (76,5% + 2%), versatile per ricette varie (69,2%; +7,8%), benefico per la salute e parte della tradizione italiana e dal giusto rapporto qualità-prezzo (76,9%).

 

Non mancano alcune criticità, come il massiccio import di riso a basso costo da Paesi asiatici, in particolare Cambogia, Myanmar e Vietnam, anche in virtù di accordi sottoscritti dall’Unione europea (Eba – Everything But Arms), che crea una concorrenza di prezzo molto insidiosa rispetto al riso prodotto in Italia (e nel resto d’Europa). Anche per questo l’Italia ha di recente lanciato la proposta di creare l'Alleanza europea per la difesa del riso di qualità insieme agli altri principali produttori (Spagna, Grecia, Portogallo, Francia, Malta, Romania, Bulgaria e Ungheria).

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