Tutti parlano di "NET ZERO": ma cosa vuol dire?
Nella lotta al cambiamento climatico si sente molto parlare di “net zero”: un faro di speranza, oltre che un obiettivo centrale per il contrasto del riscaldamento globale. Cerchiamo di capire cosa significa.
Nel 2018, il Gruppo Intergovernativo di Esperti sui Cambiamenti Climatici (IPCC), principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici, ha stabilito che il mondo deve cercare di raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050 per restare nel solco di quanto prevede l’Accordo di Parigi del 2015 e limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli pre-industriali. Questa tempistica è stata confermata a Glasgow nel 2021, in occasione della 26esima Conferenza annuale delle Nazioni Unite sul clima (la COP26).
Ma cosa significa “zero emissioni nette”?
Con la prima rivoluzione industriale, verso la fine del 18esimo secolo, l’industrializzazione e la motorizzazione di molte attività umane hanno comportato il rilascio nell’atmosfera di quantità sempre maggiori di gas effetto serra, uno dei quali è l’anidride carbonica. I gas effetto serra sono già naturalmente presenti nell’atmosfera del nostro pianeta e fanno sì che le oscillazioni delle temperature sulla Terra siano contenute e costanti (cosa non di poco conto, visto che ha consentito la comparsa e l’evoluzione della vita sul nostro pianeta).
Oggi, però, di questi gas serra ce n’è in concentrazione sempre maggiore: ciò causa l’innalzamento delle temperature medie globali, che a sua volta è la causa di cambiamenti climatici sempre più importanti. Il maltempo che molte aree della Lombardia hanno sperimentato nell’estate del 2023 e la siccità che invece ha flagellato il sud in quelle stesse settimane rientrano fra i fenomeni collegati.
Ma se la temperatura si alza, c’è un modo per abbassarla? Certo che sì: riducendo appunto la concentrazione di gas serra nell’atmosfera. Ed ecco l’obiettivo del “Net Zero”: raggiungere il prima possibile il punto di equilibrio tra le emissioni di gas serra e la capacità della Terra di assorbirle, una condizione ideale nota anche come “neutralità climatica”. Non solo minori emissioni: il traguardo si raggiunge anche contrastando la deforestazione e preservando gli spazi verdi. Si sa, infatti, che gli alberi sono grandi alleati dell’uomo in questa sfida.
La lunga strada verso il Net Zero
Raggiungere l’obiettivo richiede una significativa riduzione delle emissioni di gas serra in tutti i settori dell’economia.
L’industrializzazione e la motorizzazione sono percorsi che non devono interrompersi, ma non possono proseguire a discapito del pianeta. Notevoli progressi si registrano già nella transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili, come l’eolico e il solare. Tuttavia, per ottenere tagli più significativi delle emissioni sono necessari investimenti e innovazioni su larga scala, per fornire un numero sempre maggiore di alternative tecnologicamente realizzabili ed economicamente competitive rispetto a quelle ad alto consumo, anche in settori come il riscaldamento e il trasporto.
La strada è lunga e il percorso verso la decarbonizzazione non può essere portato avanti solo dai governi. Il settore globale del risparmio gestito – che si prevede gestirà oltre 145.000 miliardi di dollari entro il 2025[1] – ha una dimensione tale da poter innescare lo slancio necessario per portare il mondo verso le zero emissioni nette.
Cosa possiamo fare per un mondo Net Zero?
“Net Zero” e transizione energetica, quindi, non sono solo una tendenza: sono imperativi categorici, per preservare il futuro nostro e del nostro pianeta.
Non siamo soli in questo percorso. Come individui, possiamo modificare i nostri stili di vita, con un impatto tangibile sulla collettività.
Allo stesso modo, come investitori possiamo fare scelte sostenibili attraverso i nostri investimenti, che potrebbero portarci più vicino all’obiettivo Net Zero. Per capire come, è sempre bene confrontarsi con il proprio consulente finanziario di riferimento.
[1] https://www.pwc.com/ng/en/press-room/global-assets-under-management-set-to-rise.html